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Viterbo - La replica di Bruno Barra
"Aeroporto, caro Federici sei fuori strada"
Viterbo - 4 novembre 2009 - ore 17,00

Riceviamo e pubblichiamo -
Caro Maurizio,

Penso potermi rivolgere a te confidenzialmente, in quanto un tempo, che sembra ormai lontano anni luce, eravamo affiancati nel sostenere battaglie sociali mirate alla salvaguardia del territorio e degli interessi della collettività che andavano anteposti a qualsiasi altra cosa.

Oggi purtroppo non è più così, è rimasta la parola “interessi” – più forte che mai – per la cui difesa in molti si prodigano e si è persa di vista la “collettività”.

Al tuo posto, lasciamelo dire, avrei continuato a svolgere un più consono ruolo politico – in questo mutato scenario – senza avventurarmi in valutazioni tecniche inadeguate e distanti dal tema in discussione.

Sono trascorsi tre anni (dicembre 2006) dal superficiale “preliminare” studio di ENAC che riguardava esclusivamente la scelta di localizzazione per un aeroporto, dalle dimensioni indefinite (tutte da verificare), tra tre provincie e che poco ha a che fare con il dibattito odierno.

Probabilmente sei mal informato, ma nessuno né Stasa, né Anacna, né io personalmente abbiamo mai messo in discussione la bontà della localizzazione nella Provincia di Viterbo, qualora si dovesse operare la scelta peraltro discutibile di impegnare miliardi di euro in altro mega aeroporto comunitario nella nostra Regione.

Tutt’altro, abbiamo solo sostenuto che il sedime T. Fabbri è inadatto per una serie di ragioni ambientali,logistiche, operative ed economiche che, crediamo di aver ampiamente documentato in Commissione Trasporti durante la nota audizione di Anacna.

Abbiamo in quella sede dimostrato – non a chiacchiere, ma con studi di carattere scientifico inattaccabili – che le metodologie di localizzazione di grandi aeroporti seguite da Paesi più evoluti del nostro in campo aeronautico (quale l’analisi multi criterio), non sono conosciute in Italia.

Proprio per queste ragioni, oggi – dopo aver buttato 2000 miliardi vecchie lire degli anni 80’ – tutti gli stakeholders (compresa Enac allora Dgac che avallò il progetto) riconoscono che la scelta di Malpensa 2000 è stata un terribile errore.

Noi desideriamo contribuire – con forte senso dello Stato – ad evitare che si commettano altri analoghi errori che i cittadini tra l’altro pagano con le loro tasche.

Visto che ti sei avventurato su di un terreno prettamente tecnico ti invito a consultare la relazione integrale ANACNA su questi temi (credo che non abbia avuto il tempo di farlo) di cui ripropongo il link con questa mia, ma della quale comunque ti farò pervenire copia cartacea e ti renderai conto, che tutto quanto da te asserito, è realmente fuori tema.

Sai Maurizio, qui non si tratta di decidere se un aeroporto qualsiasi (regionale,nazionale o comunitario) vada piazzato a ridosso di una città d’arte e nel bel mezzo del nostro patrimonio termale ed archeologico.

No, caro amico, qui l’intendimento è sfacciatamente chiaro. Si vuole quello che il Ministro Bianchi , da te citato, in visita alla nostra città ha proclamato (nel lontano novembre 2006) solennemente:

la realizzazione di una mega struttura comunitaria in grado progressivamente (nel 2020) di assorbire più di 10 milioni di passeggeri all’anno.

Sulla scia di Bianchi e suo successore (un po’ più cauto per la verità) il tuo Sindaco che, in visita al suo collega di Partito a Frosinone, si è impegnato a chiarire che il modesto aeroporto regionale ciociaro finanziato dagli imprenditori locali (per il quale già si è svolta la Conferenza dei Servizi per Viterbo annunciata più di un anno fa) non è in concorrenza con il nostro grande aeroporto internazionale che è destinato a svolgere un ruolo ben diverso nello scenario del trasporto aereo europeo.

Un aeroporto internazionale quindi che, bada bene, non ha nulla a che fare con lo “studiolo preliminare” di Enac volto a dirimere la lotta tra tre campanili per accaparrarsi un po’ di traffico di Ciampino.

Ti rammento che quello stesso Ministro annunciò anche l’apertura dello scalo viterbese nel 2011.

Bruno Barra

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