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Viterbo - L'opinione del consigliere Talotta su crocifisso bocciato dalla corte europea
"Dopo 2000 anni, nuovo processo a Cristo"
Viterbo - 4 novembre 2009 - ore 17,00

Riceviamo e pubblichiamo -
La presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche è stata “bocciata” dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, concedendo validità al ricorso presentato dalla cittadina italiana, Soile Lautsi Albertin, originaria della Finlandia che, a suo dire, influenzava negativamente i suoi due figli che frequentavano un istituto scolastico di Albano Terme, procurando loro una sorta di “danno morale” in conseguenza del quale, sempre su sentenza della Corte, il Governo italiano dovrà versarle un risarcimento di 5.000 euro.

Una verdetto giuridico che, per il violento impatto che avrà sul nostro contesto sociale, infiammerà dibattiti e contese a non finire tra laici e non, tra politici ed autorità ecclesiastiche, tra cittadini credenti e non credenti, in un altalenarsi di posizioni pro o contro il Crocifisso esposto tra le mura scolastiche, tanto da ipotizzare un nuovo, quanto ridondante, “processo a Cristo”.

Su tale questione, il mio pensiero non vuole rappresentare un’appendice agli autorevoli dibattimenti manifestati alla Pubblica Opinione dagli “addetti ai lavori” ma, più semplicemente, intende soffermarsi su alcuni particolari che non dovrebbero suscitare alcun risentimento in chicchessia.

Intanto, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dovrebbe considerare maggiormente non tanto il messaggio evangelico di Cristo che, per chi non crede, rappresenta un ostacolo irsuto al proprio quotidiano vivere ma, piuttosto, l’insegnamento di un uomo che, 2000 anni orsono, predicava l’amore fraterno, la solidarietà, l’uguaglianza, la giustizia e condannava l’odio, la schiavitù, la violenza, la prevaricazione; tutto ciò, resta scritto nel Suo “Testamento Universale” e, proprio per l’eccellenza di quanto umanamente raccomandato, di certo, non profana in alcun modo quanto vuole tutelare la “Corte Europea” e, cioè, i …“diritti dell’Uomo”.

Casomai, la sig.ra Lauti Albertin, più che indignarsi per l’esposizione del Crocifisso, del quale molti ragazzi ne ignorano addirittura la presenza, dovrebbe preoccuparsi maggiormente di quanto, purtroppo, serpeggia tra le classi delle nostre scuole, troppe volte saltate agli onori della cronaca per deplorevoli episodi di bullismo, vandalismo, consumo di droghe ed ogni sorta di indecenze che, queste sì, offendono la morale e dispensano una pericolosa mistificazione culturale ai nostri ragazzi, sempre più coinvolti in una perniciosa assenza di sani valori civili e morali.

Noi italiani non abbiamo mai oppresso le altre religioni, così come ha altezzosamente sentenziato Adel Smith, presidente dell’Unione musulmani d’Italia, solo perché nelle nostre scuole si espone il simbolo religioso per i credenti ma anche il simbolo della cultura, della tradizione e dell’identità italiana per il popolo dei laici che pure esigono rispetto per ciò che appartiene loro da sempre.

In ultimo, mi dichiaro pienamente d’accordo sull’azione del nostro Governo che presenterà ricorso contro la singolare sentenza, tramite il giudice Nicola Lettieri al quale è demandata la difesa dell’Italia davanti la Corte Europea, prima che questo si concretizzi nel tentativo di scipparci finanche il “tricolore” e, a seguire, la quantità e la qualità del patrimonio artistico, architettonico, monumentale e paesaggistico della nostra Italia, da sempre conosciuta in tutto il mondo come Patrimonio dell’Umanità.

Roberto Talotta

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