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Viterbo - Festa dell'unità nazionale e delle forze armate - Il discorso del prefetto Giacchetti
"Mi chinerò a nome di tutti gli italiani sulla tomba del milite ignoto"
Viterbo - 4 novembre 2009 - ore 19,00

- Stamani il Prefetto Alessandro Giacchetti è intervenuto alla celebrazione della “Giornata dell’Unità Nazionale e Festa delle Forze Armate” nella Piazza Martiri di Ungheria del Capoluogo provinciale. Dopo lo schieramento del Battaglione di formazione, l’alzabandiera e la deposizione delle corone di alloro al Sacrario dei Caduti, il Prefetto ha dato lettura del seguente messaggio:

Il 4 novembre ricorre una delle quattro feste nazionali civili della Repubblica: il nostro Parlamento infatti ha voluto solennizzare l’ anniversario della vittoria nella prima guerra mondiale come “Giornata dell’Unità Nazionale e Festa delle Forze Armate”.

Celebriamo questa ricorrenza davanti a due simboli fondamentali della nostra Patria: la bandiera tricolore, che abbiamo ora alzato a simbolo dell’unità ed indivisibilità della Nazione, ed il Sacrario dove abbiamo deposto le corone in onore dei caduti per la Patria, testimonianza dei perenni sentimenti di gratitudine per chi in armi ha sacrificato la vita perché oggi noi potessimo vivere in un mondo migliore.

Rivolgo il mio saluto alle Autorità Civili, ai Comandanti dei reparti qui schierati, ai gonfaloni del Comune e della Provincia di Viterbo, alle rappresentanze delle associazioni combattentistiche, d’arma e patriottiche, ai cittadini presenti ed in particolare ai giovani studenti della scuola media statale “Fantappiè di Viterbo, dell’Istituto Comprensivo di Nepi, del Liceo Scientifico”Ruffini” e dell’Istituto Tecnico Commerciale Paolo Savi di Viterbo, che sono qui convenuti grazie alla sensibilità civile dei vertici scolastici e dei rispettivi insegnanti.

Ringrazio la Scuola Sottufficiali dell’Esercito e la Scuola Marescialli dell’Aeronautica Militare per aver aderito con entusiasmo all’iniziativa “Caserme Aperte”, accogliendo oggi nelle proprie strutture la cittadinanza, soprattutto i giovani, al fine di consolidare il legame storico tra la società civile di Viterbo e della sua provincia e le Forze Armate, presenti in questo territorio non solo con quelle prestigiose scuole militari ma anche con reparti operativi, chiamati, ai sensi dell’articolo11 della Costituzione a perseguire e mantenere la pace anche al di fuori dei nostri confini nell’ambito di missioni internazionali.

Desidero anche ricordare che oggi in tutti i comuni della provincia sono previste iniziative commemorative di questa giornata. Una speciale menzione va all’amministrazione comunale di Lubriano, che oggi dedica una lapide alla memoria del Primo Caporal Maggiore della “Folgore” Giandomenico Pistonami, il cui decesso avvenuto a Kabul nell’attentato terroristico del 17 settembre scorso tanto ha commosso l’intera comunità nazionale.

Il Presidente della Repubblica, in base all’articolo 87 della Costituzione e’ il Capo dello Stato, rappresenta l’Unita’ Nazionale ed ha il comando delle Forze Armate. Per questo si e’ compiaciuto di inviare un messaggio, da diffondere in occasione delle celebrazioni odierne. Con deferenza adempio quindi all’alto compito affidatomi, dando lettura del messaggio presidenziale:
“Oggi ricorre il 91° anniversario della vittoria nella grande guerra e con essa si celebrano il giorno dell'Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate.

Questa mattina all'altare della Patria mi chinerò in nome di tutti gli italiani sulla tomba del Milite Ignoto per rendere omaggio a coloro che sono caduti per assicurare al nostro Paese libertà, democrazia e prosperità. Nel contesto pur profondamente mutato del XXI secolo, questi restano valori fondamentali che dobbiamo continuare a tutelare ed a consolidare.

Ieri, ho celebrato il 4 novembre insieme ai nostri militari impegnati nella missione UNIFIL in Libano ed ho potuto ancora una volta apprezzare lo straordinario contributo che le Forze Armate sanno dare - per generale riconoscimento - alla sicurezza internazionale, alla pacifica convivenza e al progresso dei popoli.

La critica fase di instabilità che stiamo vivendo, con le sofferenze e le ingiustizie che pure comporta, segna un passaggio di rilevanza fondamentale nella transizione verso una società globale sempre più interconnessa ed interdipendente.

Questa nostra società sarà in grado di affrontare e vincere le grandi sfide dell'umanità se gli Stati sapranno trovare la necessaria unitarietà di intenti e costruire insieme un sempre più rappresentativo sistema di istituzioni internazionali ed un'efficace struttura di sicurezza.

Tale struttura dovrà avere la capacità, da un lato, di intervenire nelle situazioni di crisi e di instabilità prima che queste degenerino in conflitto e, dall'altro, di contrastare le grandi minacce eversive transnazionali, dal terrorismo alla criminalità organizzata.

Questi sono i compiti primari delle Forze Armate dei paesi avanzati e di quelle italiane in particolare. Siamo tutti ben consapevoli che l'impegno militare italiano nelle missioni internazionali è di capitale importanza per il futuro del paese e della comunità internazionale e dobbiamo perciò far sì che a questo impegno non venga mai a mancare il pieno supporto dei cittadini e dello Stato.

I militari di ieri sono stati artefici dell'unità del nostro paese ed hanno poi difeso dall'arbitrio del totalitarismo i valori conquistati con tanto sacrificio.

I soldati, i marinai, gli avieri, i carabinieri ed i finanzieri di oggi hanno raccolto quella eredità morale, offrendo, in tante travagliate regioni ed aree di crisi del mondo, la propria professionalità ed il proprio impegno per la pacifica cooperazione tra i popoli.

L'Italia è loro vicina, con affetto e gratitudine.

Certo di interpretare i sentimenti dei cittadini italiani, rivolgo alle Forze Armate il mio più caloroso saluto e l'apprezzamento per la loro meritoria opera, spesso prestata in condizioni difficili e rischiose, al servizio dell'Italia e della comunità internazionale.”

Concludo, unendomi alle parole del nostro Presidente: “Viva le Forze Armate! Viva la Repubblica! Viva l'Italia!”

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