- Si scotta dopo una lampada al centro fitness, nessun risarcimento.
I fatti risalgono al 2005. La vittima, come riporta il Messaggero nell'edizione di questa mattina, è un'istruttrice di nuoto di trent'anni.
La ragazza si era sottoposta a una lampada integrale al centro Cube di Viterbo. Dopo la seduta si era accorta di avere la pelle arrossata in alcune parti del corpo. Il medico che l'ha visitata, dopo una settimana, le ha riscontrato un eritema che le ha danneggiato la pelle.
La ragazza, dunque, ha deciso di denunciare i proprietari. Il suo legale Pietro Marziali ha chiesto un risarcimento di 25 mila euro per il danno subito.
A rispondere di lesioni di fronte al giudice di pace, come si legge nell'articolo del Messaggero, Giancarlo Cherubini, responsabile sportivo del centro e i due tecnici romani, che si occupano della manutenzione dei lettini abbronzanti: Roberto Fornastri e Walter Delfini, difesi dall'avvocato Daniele Fabi.
Ieri, nel corso dell'ultima udienza il perito del pubblico ministero ha detto che “i danni riportati dalla ragazza possono essere paragonabili a quelli di una giornata di esposizione al sole. E che la ragazza, lavorando come bagnina è a contatto quotidiano con acqua clorata, che rende la pelle più sensibile al sole”.
In una delle udienze precedenti, inoltre, erano state ascoltate delle ragazze che nello stesso giorno avevano fatto la stessa lampada e non avevano riportato alcun problema alla pelle.
Queste motivazioni sono bastate al al giudice Stefano Marini Balestra ad assolvere i tre imputati per insufficienza di prove prodotte dl pubblico ministero e dalla parte civile.
