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Viterbo - Animali - Interviene Christiana Soccini, della Lav
"Bene il regolamento, ma c'è qualcosa da rivedere..."
Viterbo - 8 novembre 2009 - ore 17,05

Riceviamo e pubblichiamo - E’ stato pubblicato online il testo del regolamento per la tutela degli animali.

Il testo contiene interessanti e utili chiarimenti sulla gestione di cani e gatti, definisce chi fa cosa, riconosce che gli animali hanno una dignità da tutelare.

Peccato però che, all’articolo 5, l’oggetto del regolamento non sia più la tutela degli animali ma quella della salute pubblica e che le associazioni animaliste siano, per il Comune, solo quelle iscritte al registro del volontariato regionale e non quelle riconosciute ministerialmente come tali.

Ottimi i divieti di allevare animali al fine di ottenerne pellicce e il divieto di spettacoli cruenti come il marcaggio a fuoco di animali.

Fatto salvo anche il divieto assoluto di cedere in omaggio o premio specie animali, il testo si rivela infine come una summa di norme già vigenti in materia di animali da compagnia ma non aggiunge nulla di più di quanto già non fosse, si potesse e si dovesse fare.

Plauso anche per aver accolto la sollecitazione ad intendere la sterilizzazione dei cani di canile e dei gatti di colonia felina valida sia per i maschi che per le femmine.

Anche sull’aspetto delle competenze gestionali abbiamo voluto insistere come Lav.

All’interno delle osservazioni inoltrate in sede di redazione e modifica del testo, peraltro per buona parte accolte, avevamo inserito all’art.20, su allevamento e cessione di animali, la necessità di obbligare i commercianti a comunicare chiaramente agli acquirenti le necessità eco-etologiche che le diverse specie devono veder soddisfatte per non essere maltrattate ed il comma è stato inserito nel testo.

Duole riscontrare invece che, ad esempio, per gli animali acquatici non si danno indicazioni gestionali, liquidando l’articolo con un non meglio specificato riferimento a normative vigenti, che però non esistono, lasciando così totalmente senza tutela tartarughe e pesci. Eppure sono proprio questi gli animali che maggiormente si trovano nelle case degli italiani (15 milioni i pesci, un milione di tartarughe) e che, per lo più, muoiono proprio per cattiva custodia.

Purtroppo si acconsente ancora all’attendamento di circhi con animali su cui anche molta stampa giornalistica finalmente ha puntato i riflettori, né si consente come invece già accade altrove, il recupero di tonnellate di avanzi di cibo dalle mense pubbliche a causa di una mala interpretazione delle direttive comunitarie.

Si lascia a una non definita esperienza la gestione di terapie con l’ausilio di animali ignorando che oggi la pet-therapy deve seguire precisi protocolli medico-scientifici anche a tutela degli animali coinvolti.

Allo stesso modo si parla di cane libero educato nella improbabile ipotesi di veder attivati corsi educativi per cani vaganti e si scrive che adozioni e affidi temporanei (?) possono essere effettuati solo dagli enti preposti ignorando che sono migliaia gli animali abbandonati che ogni anno grazie all’attivismo delle associazioni trovano definitivamente casa.

Troppo vaghe le indicazioni a tutela dell’avifauna e degli esotici, mentre sono accolte per intero le indicazioni a tutela della piccola fauna autoctona: anfibi, rettili, mammiferi, invertebrati.

Sollecitiamo ancora, dunque, il Comune a rivedere la questione dei residui di mensa. Ciò anche nell’ottica della migliore gestione dei rifiuti solidi urbani che, attraverso la scrematura della parte umida, contribuirebbe alla riduzione dei costi per il loro smaltimento.

Inoltre, tale possibilità consentirebbe anche di avviare nelle scuole e nelle altre strutture pubbliche percorsi virtuosi contro lo spreco alimentare purtroppo tipico delle società opulente.

Inoltre, secondo il ministero della Sanità, come d’altra parte le associazioni animaliste ripetono da anni, è necessario attivare percorsi virtuosi di educazione della cittadinanza per contrastare randagismo e fenomeni di violenza sugli animali e di bullismo.

Prendiamo spunto dalle buone intenzioni dimostrate dall’amministrazione del capoluogo per attivare insieme tali buone pratiche.

Christiana Soccini
Responsabile territoriale Lav Onlus

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