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Omicidio di Civita Castellana - Appello della mamma e del legale della famiglia di Marcella Rizzello a Chi l’ha visto?
“Se qualcuno sa qualcosa, parli!”
Viterbo - 2 marzo 2010 - ore 5,00

Lucia, la madre di Marcella
Marcella Rizzello
- “Se qualcuno del vicinato ha visto o sentito qualcosa, per favore, fatecelo sapere”.
È l’accorato appello della signora Lucia, la mamma di Marcella Rizzello, che, a distanza di quasi un mese dall’assassinio di sua figlia, si rivolge al pubblico di Chi l’ha visto?. Uno sforzo sovrumano, quello della signora. Che, nonostante la ferita ancora fresca della morte di sua figlia, è stata ospite ieri sera, primo marzo, di Federica Sciarelli, conduttrice del programma di Rai3.

Insieme a lei, in studio, il suo legale Antonio Rizzello che, per pura casualità, porta lo stesso cognome di Marcella.

Sugli ultimi sviluppi delle indagini, l’avvocato si è detto ottimista. “Gli abitanti di Civita Castellana, in questi giorni, hanno rivelato agli inquirenti particolari che potrebbero essere importanti – ha detto Rizzello in trasmissione - . Li ringraziamo per ciò che hanno fatto e per ciò che potranno ancora fare. Siamo fiduciosi. Il responsabile verrà fuori dall’esito degli accertamenti dei carabinieri. Perché l’omicida ha lasciato una gran quantità di tracce sulla scena del delitto”.

Capelli, per esempio. Piccole ciocche rimaste tra le dita di Marcella, e che potrebbero appartenere a chi l’ha accoltellata a morte. Insieme a impronte di varia natura rilevate nella stanza da letto di Marcella, dove la giovane mamma è stata trovata cadavere.

Chi l’ha visto? ricostruisce la tragica vicenda con un servizio che mostra immagini di Marcella sorridente, in costume, mentre fa il bagno con la figlioletta nel lago di Bracciano.

E’ il 3 febbraio, quando il corpo della 30enne di Civita Castellana viene scoperto in un lago di sangue dal suo compagno Francesco Vincenzi. Accanto a Marcella c’è la piccola che piange, inconsolabile. A soli 14 mesi, ha perso la sua mamma e assistito al suo omicidio. Un delitto efferato e incomprensibile. Perché Marcella non aveva nemici, come tiene a precisare la signora Lucia. E il suo assassinio, a distanza di 28 giorni, resta senza un perché, un movente, un’arma.

“Dalla casa – spiega l’avvocato – mancavano diversi oggetti. Delle catenine, una sacca sportiva e il portafogli di Marcella. Elementi che non bastano a confermare la tesi della rapina finita male. Sembrerebbe, piuttosto, che Marcella e il suo assassino abbiano discusso, a giudicare dalla crudeltà con cui è stata uccisa. Un litigio contingente, senza premeditazione. O almeno, questa è una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti”.

Nessuno dei vicini avrebbe sentito rumori sospetti. L’omicida sarebbe arrivato in silenzio e, in silenzio, se ne sarebbe andato. Ma la signora Lucia e l’avvocato Rizzello insistono. “Non sappiamo come sia entrato in casa, né come si sia allontanato, se a piedi o se a bordo di un’automobile. Sicuramente, però, è uscito con dei segni: il sangue di Marcella e i lividi della colluttazione. Non può essere passato inosservato. Perciò chiediamo, a chiunque abbia notato qualcosa, di segnalarcelo. Anche una macchina, una voce, dei movimenti sospetti nei giorni precedenti il delitto. E l’assassino, se ci sta ascoltando, che si decida a parlare”.

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