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Omicidio Rizzello - Sarà depositata il 18 ottobre
Attesa per la perizia su sangue e dna
di Stefania Moretti
V
iterbo - 1 ottobre 2010 - ore 2,30

Marcella, il compagno Francesco e la loro bambina
Giorgio De Vito, l'uomo arrestato per l'omicidio di Marcella
La donna polacca fermata
- Omicidio Rizzello, il 18 ottobre l’udienza per l’incidente probatorio.

Sarà depositata lunedì 18 ottobre la perizia sulle tracce di sangue trovate nella villetta di via dei Latini.

È proprio qui che, il 3 febbraio scorso, fu uccisa la 30enne di Civita Castellana Marcella Rizzello, accoltellata alla gola nella sua camera da letto, davanti alla figlioletta di pochi mesi.

Furono in due a finire in manette, il 17 maggio, con l’accusa di aver ucciso la donna: Giorgio De Vito, 35enne napoletano, e Mariola Henrycka Michta, 30enne polacca, allora legata sentimentalmente a De Vito.

Gli accertamenti eseguiti dal medico legale Saverio Potenza, nell’ambito dell’incidente probatorio, serviranno a definire la natura delle tracce trovate sulla scena del delitto e già passate al setaccio dai Ris durante i numerosi sopralluoghi nella villetta.

Almeno cinque di queste tracce, secondo le indagini dei carabinieri, apparterrebbero a De Vito, “incastrato” proprio dall’esame del dna.

Pochi giorni prima di finire in manette per l’omicidio Rizzello, infatti, il 35enne napoletano aveva accoltellato un suo rivale in amore, un operaio di Fabrica di Roma che aveva intrapreso una relazione sentimentale con la Michta. In quell’occasione, De Vito fu arrestato e gli fu prelevato il dna, scoperto, poi, compatibile con quello trovato in casa di Marcella.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, la mattina del 3 febbraio De Vito sarebbe entrato nella villetta per rubare, non aspettandosi di trovare qualcuno in casa. E invece c’erano Marcella e la sua bambina, la piccola Giada, di soli 14 mesi.

Marcella ha cercato con tutte le sue forze di resistere al suo assassino. Alla fine, raggiunta da una coltellata alla gola, non ha più potuto difendersi, ma è riuscita comunque a inchiodare l’omicida, strappandogli una traccia di dna decisiva.

Nella violenta colluttazione con Marcella, infatti, De Vito si è tagliato. Si è poi lavato le mani e le ha asciugate su un accappatoio appoggiato in cucina. Un passo falso, che ha consentito ai carabinieri di arrivare a lui.

Quanto alla Michta, si tratterà di capire se anche lei, quel 3 febbraio, abbia lasciato tracce o impronte nella villetta.

Finora la sua presenza sulla scena del delitto è stata sempre e solo confermata dalle parole della donna che, davanti al pm Renzo Petroselli, ammise di aver seguito De Vito nella villetta. Ma solo perché minacciata dal napoletano.

L’incidente probatorio, quindi, sarà decisivo anche e soprattutto per chiarire il ruolo della Michta nel delitto. Un aspetto che, finora, non è stato approfondito durante gli interrogatori della donna, visto il suo stato confusionale e la sua scarsa conoscenza dell’italiano.


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