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Viterbo - Parroncini e Adami (Pd) sul referendum del 12 e 13 giugno
Non ci possiamo permettere il nucleare
Viterbo - 20 maggio 2011 - ore 16,00


- “Se in Italia parte il nucleare saremo i primi a subirlo. Proprio da noi deve arrivare dunque la mobilitazione più forte. Hanno paura del referendum, per questo tentano di cancellarlo”.

Lo ha detto il consigliere regionale del Pd, Giuseppe Parroncini, ieri a palazzo Gentili nel corso dell’iniziativa “Referendum 12-13 giugno vota sì: contro la privatizzazione dell’acqua, contro il legittimo impedimento, contro il piano nucleare del governo”, organizzata dal gruppo del Pd in consiglio regionale del Lazio, dai Giovani democratici e dagli Ecologisti democratici.

Ospite d’eccezione Pierluigi Adami del direttivo nazionale Ecologisti democratici – ingegnere nucleare nell’anno di Chernobyl, con tesi di laurea sulle centrali - che ha illustrato le ragioni per votare sì e cancellare il ritorno dell’atomo. Partendo dall’incidente di Fukushima, “che ha riguardato 10 reattori.

Ma il problema inizia da lontano: per anni la Tepco ha prodotto documenti falsi per risparmiare sui costi. Questa è stata la causa di tutto, resa possibile da connivenze e collusioni tra chi doveva controllare e chi avrebbe dovuto essere controllato. Ricorda quasi alcuni sistemi italiani…”.

Adami si è poi soffermato sui costi (“Altrove le stesse centrali costano 9 miliardi a reattore, qui la metà: raccontano bugie”), sulle scorie (“Nessuno al mondo ha trovato il sistema per smaltirle”) e sulle rinnovabili (“Nessuno dice che oggi producono come tre centrali nucleari”).

“Adami – ha sottolineato Parroncini - ha fornito tutti gli elementi per decidere: ciò che è successo nell’ipertecnologico Giappone è la dimostrazione che potrebbe accadere ovunque. Se in Italia parte il nucleare i primi a subirlo saremo noi, a Montalto di Castro.

C’è una superficie di 300 ettari dell’Enel, quindi non servono espropri; il sarcofago esiste già; sono presenti le opere di presa a mare per l’acqua di raffreddamento. Nella Tuscia viterbese quindi serve una mobilitazione maggiore che altrove. E poi è una storia che abbiamo già vissuto, con la manodopera strappata ai mestieri locali: dopo 25 anni sono ancora disoccupati. Noi non ci stiamo”.

Sull’acqua pubblica i quesiti sono due. “Col decreto Ronchi almeno il 40 per cento verrà dato obbligatoriamente ai privati, trasformando i cittadini da utenti a clienti. Il Pd ha una sua proposta di legge, che tra le altre cose invece va in aiuto delle fasce sociali più deboli”.

Infine, il legittimo impedimento, “dove in ballo c’è uno dei cardini della Costituzione: tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Tranne uno. Il referendum dunque è anche un giudizio su Berlusconi e le sue 34 leggi ad personam”.

Oltre a Parroncini e Adami, all’iniziativa – coordinata da Martina Minchella - sono intervenuti Andrea Egidi (segretario provinciale Pd), Alvaro Ricci (segretario comunale), Pieranna Falasca (Comitato per il sì), Paolo Felice (coordinatore provinciale Ecodem), Michele Bassanelli (segretario provinciale Giovani democratici), Bianca Cherubini (segretario comunale Giovani democratici).


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