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Politica - Intervista al sindaco Giulio Marini pronto a lasciare la carica di coordinatore Pdl
"Posso fare un passo indietro"
di Miyamoto Musashi
Viterbo - 20 maggio 2011 - ore 2,20


- “Sono pronto a fare un passo indietro”.

Giulio Marini lo dice con la consueta flemma, senza nessuna prosopopea. Tra una domanda e l'altra.

E il passo indietro è tutto politico. Un passo indietro da coordinatore provinciale del Pdl.

E in una situazione politica tutta in movimento, sia a livello locale che nazionale, l'annuncio è di quelli pesanti.

La situazione in Provincia di giorno in giorno sembra aggravarsi. Salta la Provincia?

“No, non salta nulla – dice convinto Marini -. Si tratta solo di una fibrillazione post elettorale. Una semplice frizione tra i due partiti che governano Palazzo Gentili. Nulla di più. Una conseguenza naturale delle diatribe che ci sono nella preparazione delle amministrative e nelle campagne elettorali locali. Certo la situazione si è un po' scaldata. Ma ci sono tutti i margini per migliorarla”.

Ma non le sembrano autolesionistici i comportamenti del presidente Meroi che spara sul suo alleato principale? E' un po' come spararsi... su un piede, per non dire peggio.

“Oggi come oggi mi sembra ovvio che con un alleato come l'Udc si debba stabilire una sinergia ancora più forte, in realtà. Bisogna consolidare e rodare questo tipo di rapporto.

Non va dimenticato che si va alle elezioni in diversi comuni nel 2012 e non si possono ripetere gli errori di questa tornata appena finita. Va consolidato il rapporto con l'Udc. Bisogna allargare l'alleanza, senza trincerarsi dietro gli alibi. Senza trincerarsi dietro le beghe locali. Questo per portare a casa un risultato”.

Meroi, anche se con i consueti toni melliflui, ha in pratica detto che in qualche modo il Pdl non esiste.

Non ci sono luoghi di confronto politico al suo interno.

Insomma se il Pdl non esiste la colpa e del coordinatore provinciale Marini. Non crede?

“Guardi, se è necessario, se è utile, Marini può fare un passo indietro – inizia il sindaco -. Anzi per essere più chiari: Marini è pronto a fare un passo indietro. A lasciare la carica di coordinatore. In questi anni ho svolto un lavoro che valuto vincente. Ma credo sia giunto il momento di dare spazio agli altri”.

Un mea culpa?
“No. Assolutamente no. Anzi. Ribadisco che credo di aver fatto un lavoro buono. Vincente. Io vedo questo passaggio come un utile momento di rinnovamento. Abbiamo esponenti provinciali nel Pdl che hanno grandi capacità. Non possiamo non fare un passaggio che dia loro spazio e possibilità di esprimersi al meglio nell'agone politico”.

A chi pensa come possibile guida del Pdl? Magari un quarantenne?
“No, meglio un trentenne”.

Magari donna?
“Mi ha letto nel pensiero”.

Ha in mente già qualcuno? O meglio qualcuna?
“Sì. Ci sono persone giovani che possono dare una forte spinta al partito, sia a livello politico che organizzativo. Quello che va capito è che siamo ogni giorno in competizione. Noi abbiamo il vantaggio rispetto agli altri partiti di non avere una sola macchina in corsa, ma cinque o sei. Noi siamo in competizione 365 giorni all'anno e abbiamo bisogno di persone che abbiano voglia di essere in corsa. Anche i big devono capire che siamo sempre in competizione”.

Il nome?
“Mi chiede troppo, come può ben capire”.

Ma non c'è il rischio che tutti saltino addosso a questa ipotetica giovane che si posizionerebbe alla guida del partito?
“Beh, è in questi casi che si vede la buona politica. Nella capacità fare operazioni anche difficili. Io però devo mettere a disposizione questo spazio e lo metterò a disposizione”.

Poi Marini si lancia in una metafora un po' ardita.
“Vede io in questi anni sono stato come la safety car in formula uno. Ora, proprio come accade nelle corse, è arrivato il tempo di far uscire la safety car. O meglio di riposizionare anche la safety car nella griglia di partenza, per competere con tutte le altre macchine”.
Come dire io faccio un passo indietro ma attenzione sono sempre in corsa e in competizione.

I tempi di questa operazione?
“Prima si deve ritirare la safety car e poi tutto dipenderà dai tempi della politica nazionale. Fino ad ora è stato il livello nazionale a non permettere i congressi locali. Ora sembra che ci si stia muovendo e penso che entro l'autunno l'operazione possa essere messa in campo e concludersi. Si passera dalla fase del tesseramento per poi arrivare al congresso. Tutti saremo in competizione, ma io voglio mettere un po' di rinnovamento in questa competizione”.

Tra Meroi e Santucci chi ha ragione?
“Mah, questa è una polemica interna all'amministrazione provinciale. Il partito non interviene su questo tipo di dispute. Penso che Marcello sia in grado di rimettere insieme la maggioranza. Magari su questioni come le strade, l'occupazione, la politica culturale e ambientale. Queste sono le questioni che interessano i cittadini”.

Come giudica il lavoro di Meroi?
“Il lavoro lo si dovrà giudicare alla fine dei cinque anni. Il primo anno è stato di grandi difficoltà. L'accelerazione chiesta dall'Udc server per sbloccare alcune situazioni cristallizzate. Il mio giudizio su Meroi è comunque positivo. So che farà bene”.

Non si può evitare una domanda sul “sondaggio” avviato su di lei su Facebook. Cosa ne pensa?
“Direi interessante. Un segnale comunque da capire. Mi ha fatto addentrare in un continente che conoscevo poco: quello dei social network. Mi ha dato la possibilità di conoscere questo mondo. Mi sembra però che ci sia molta gente che dà giudizi sommari, senza conoscere i meccanismi complessi e a volte farraginosi dell'amministrazione. Come amministrazione dobbiamo impegnarci a farli conoscere meglio ai cittadini. Magari proprio attraverso anche i social network come Facebook”.

E intanto Marini "confessa" di aver aperto un suo account su Facebook proprio per vedere e capire il sondaggio lanciato da Tusciaweb.

Miyamoto Musashi


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