- Da qualche giorno lambiente politico cittadino è interessato da un tormentone singolare, la decisione della lista Bruno di federarsi o meno con la Margherita, sulla scia di quanto recentemente deciso da Ugo Gigli.
È un tormentone, perché una non notizia viene annunciata come probabile o imminente, senza giustificazioni convincenti diverse dalla volontà di sollecitare.
Singolare perché non credo che la notizia in sé meriti tanta attenzione.
Diverso il caso relativo alla federazione con la Margherita di Ugo Gigli, sia per limportanza del personaggio che per la sua precedente appartenenza.
Ma tra la lista Bruno e la Margherita da quasi due anni corrono ottimi rapporti e spirito di collaborazione, visto che insieme ai Ds e a Rifondazione svolgono in Consiglio Comunale concordemente le loro funzioni di opposizione. Anzi si può dire che in Comune il centrosinistra dia di sé unimmagine lusinghiera, una vera e propria isola felice rispetto ad altre coalizioni o ad altri ambienti.
Comunque, visto che il problema è stato posto, non si può evitare di affrontare alcuni punti della questione.
Il primo, la lista Bruno è presente in Comune con tre consiglieri non solo per grazia ricevuta e per meriti propri, ma anche grazie allapporto leale ed efficace dei partiti dello schieramento di centrosinistra, allaiuto, allincoraggiamento, alla spinta di numerose associazioni. Ha goduto del favore e dellopera di tanti volontari che hanno creduto allo stesso progetto politico ed hanno partecipato per questo alla campagna.
Il secondo punto è il riconoscimento della fiducia che tanti elettori hanno avuto, fiducia che non può esser tradita con comportamenti di vertice auto-referenziali nelle trattative tra partiti.
Le premesse suggeriscono perciò la soluzione: un argomento quale lorientamento futuro tattico e politico della lista non può e non deve essere discusso nellambito circoscritto dei consiglieri, ma la decisione deve scaturire da un dibattito pubblico fra tutti i soggetti interessati, ricordati genericamente più avanti, dopo che ne sia stata organizzata la partecipazione attiva.
Non basta infatti solo parlare di trasparenza e partecipazione ma occorre, ogni volta che sia possibile, praticare queste regole di comportamento, quale segno di appartenenza alla stessa comunità.
Severo Bruno