- In qualità di persona diversamente abile e di delegato alle problematiche dellhandicap del Comune di Viterbo mi sento di intervenire in merito alle posizioni espresse negli ultimi giorni sul mio operato da parte di un cittadino che, avendo usufruito del servizio di trasporto pubblico urbano di Francigena s.r.l., si è trovato a vivere il disagio di una disfunzione tecnica (il mancato funzionamento della pedana del mezzo) e di una disfunzione informativa (relativamente al pagamento della tariffa di trasporto).
Mi sto riferendo allarticolo pubblicato su questa testata in data 14 novembre e firmato Mauro Brilli.
Per onestà intellettuale, non potrei negare che la lagnanza di un cittadino per il malfunzionamento dei servizi pubblici di primaria importanza come il trasporto, appunto non sia sempre legittima e giustificata, specie se si tratta di quei servizi la cui accessibilità rileva onde garantire, a tutti, un generale miglioramento delle individuali condizioni di vita.
È una opinione diffusa, finché non è chiaramente smentita dallesperienza, che il servizio pubblico pecchi quasi sempre di una qualche inefficienza e che tale inefficienza colpisca anche per scelte di contenimento delle spesa le categorie di soggetti più deboli, rispetto alle quali lofferta di un servizio adeguato risulta generalmente ridotta e insoddisfacente.
Questo avviene sul tutto il territorio nazionale, anche nelle città (e mi riferisco in particolare a quella di Livorno, che ha dato i natali al sottoscritto ed allo stesso Brilli) che più si sono adoperate per migliorare quantitativamente e qualitativamente il servizio di trasporto pubblico.
Si tratta della solita discrasia tra ciò che è realmente e ciò che dovrebbe essere in virtù di comuni valori di civiltà e democrazia. I fatti non incarnano mai lideale.
Si tratta di rassegnazione o fatalismo? Sono sicuro che il signor Brilli sia convinto di sì.
Io credo si tratti di genuino realismo.
Lobbiettivo di consentire alla persona non deambulante di spostarsi più liberamente e autonomamente dentro la città di Viterbo è stato perseguito dapprima con il servizio di trasporto sostitutivo (i tanto denigrati pulmini MGG) poi con le corse effettuate dai 3 mezzi di trasporto urbano forniti di pedana e soggette, indistintamente, al pagamento dellordinaria tariffa di trasporto.
Per buon senso, il mancato funzionamento della suddetta pedana e lerrore informativo dellautista circa lobbligo di tutti al pagamento del biglietto, nel caso Brilli, non può portare né a disconoscere né a disprezzare, per partito preso, quanto finora realizzato.
Non sarebbe intelligente.
Tanto più che al disagio arrecato a provveduto subitaneamente unaltro mezzo. Ma, purtroppo, per il signor Brilli, era un pulmino MGG!
Per i risultati conseguiti e per quelli ancora da conseguire è risultata determinante listituzione della figura del delegato allhandicap presso lamministrazione comunale e sarebbe auspicabile la sua estensione anche presso lAzienda sanitaria locale e lamministrazione provinciale.
Che il coordinamento tra gli uffici spesso sia causa, poi, di un cattivo ed inefficace provvedere rispetto a determinate problematiche è un dato assodato, ed è quanto avvenuto per la chiusura alla circolazione veicolare del cimitero S. Lazzaro in occasione dei giorni della commemorazione dei defunti. Perché non si ripetano più gli stessi disagi, ho già presentato al sindaco una specifica proposta capace di accogliere linteresse collettivo.
Eredito dal passato una situazione di indifferenza civica e burocratica complessiva verso le problematiche dellhandicap, senza, però, tralasciare la modernità.
La pubblicità è oggi una forma di finanziamento per le più disparate e libere attività (libero è il soggetto pubblico così come il privato nel reperire, nellosservanza delle norme, le proprie fonti di sostegno economico), non vedo perché non debba essere considerata ausilio dignitoso rispetto alla realizzazione di nobili fini.
Le linee di sviluppo che si intendevano perseguire sono in fase di progressiva attuazione ed io vorrei essere sostenuto da cittadini e politici, tutti, in questo cammino.
La disabilità non deve essere un problema di secondo ordine nella scala delle priorità finanziarie dellamministrazione pubblica, è una questione di eguaglianza sociale e di equa ridistribuzione di quanto versato dai contribuenti.
Spiacevole, al proposito, le parole del presidente della V circoscrizione, forse preoccupato per le spese di finanziamento del piano di abbattimento delle barriere architettoniche presentato per il comprensorio di sua competenza.
Michele Oliviero