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Rapporto sullecosistema urbano - Cna
"Viterbo ultima per aziende con etichetta ecologica"
Viterbo 22 novembre 2005 - ore 0,10
Senza Filtro - Per il numero di aziende con certificazione Iso 14001, Viterbo è allultimo posto, 103a, nella classifica dei capoluoghi di provincia. Il dato, contenuto nel rapporto 2006 sullecosistema urbano a cura di Legambiente, conferma, purtroppo, le nostre preoccupazioni per il ritardo che si registra sul piano dellinnovazione. Per favorire linversione di tendenza, occorrono, accanto alla crescita della cultura dimpresa, politiche incisive volte ad incentivare la qualità. E il commento di Adalberto Meschini, segretario della Cna, a proposito del dossier pubblicato oggi dal quotidiano Il Sole 24 Ore, che, nella graduatoria finale, tenendo conto della performance ambientale complessiva, colloca il capoluogo della Tuscia al 57° posto.
Sono appena lo 0,34 per cento, a Viterbo, le certificazioni di qualità ambientale, le cosiddette pagelle verdi. E un numero che bisogna leggere -avverte Luigia Melaragni, responsabile delle Politiche ambientali dellassociazione- insieme con quello che compare nella tabella relativa alleco-management, riguardante lutilizzo di criteri ambientali nei bandi per gli appalti di opere pubbliche, forniture e servizi, la somministrazione di cibi biologici nelle mense, luso della carta riciclata nella pubblica amministrazione, lattivazione del processo di Agenda 21, la pubblicazione di un rapporto ambientale: anche in questo caso, siamo nella zona bassa della classifica, al 78° posto, assieme ad altri nove comuni, con 25 punti su 100. Ciò significa che cè un grave ritardo degli Enti pubblici nelladozione di politiche efficaci che tengano realmente conto, in ogni atto, dellesigenza di tutela ambientale.
Cè chi ha lavorato per sostenere il percorso della certificazione nelle aziende: mi riferisco alla Camera di Commercio, che, ormai da qualche anno, stanzia fondi per i contributi alle imprese che conseguano le certificazioni Vision 2000 e Iso 14001 e su questa opportunità fornisce una informazione puntuale -sottolinea Meschini-. Occorre però un salto culturale notevole perché le stesse amministrazioni pubbliche promuovano linnovazione, per esempio introducendo nuovi criteri negli appalti. E un tema che proponiamo al confronto tra gli Enti, le associazioni di categoria e gli altri soggetti interessati, pronti a studiare un percorso condiviso nella direzione di uno sviluppo davvero sostenibile, perché la cultura ambientale diventi patrimonio di tutti.
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