Senza Filtro - Forti perplessità sulla legittimità della delibera di autorizzazione a privati per la installazione di telecamere agli incroci stradali, ma seri dubbi anche da un punto di vista semplicemente etico.
"Qualche settimana fa - spiega il senatore Michele Bonatesta, presidente provinciale di Alleanza Nazionale - la stampa locale ha dato notizia che sarebbero in arrivo oltre un migliaio di multe elevate ad automobilisti viterbesi e non, per violazione a norme del codice della strada rilevate attraverso le telecamere poste in alcuni incroci del capoluogo ad alta percorrenza.
Inutile dire che la cosa non è passata inosservata e che numerosi sono stati i cittadini che mi hanno avvicinato per protestare contro una iniziativa che viene giudicata al limite della legalità, trovandomi pienamente d'accordo su questa valutazione anche da un punto di vista più strettamente... morale.
Sarebbe opportuno, pertanto, - prosegue il parlamentare viterbese - che l'assessore al traffico Zucchi (Udc) sospendesse l'invio delle contravvenzioni di cui trattasi per evitare una prevedibile, massiccia serie di ricorsi al giudice di pace con conseguente intasamento ed ostacolo all'attività del palazzo di giustizia.
Se è vero, infatti, che le telecamere sono largamente usate anche in altre città d'Italia (non ultima Roma) è altrettanto vero - sottolinea il senatore Bonatesta - che il ricorso a questo strumento è limitato a registrare l'ingresso delle auto nelle ZTL per vedere chi è in possesso del regolare permesso e chi no.
Non solo: la presenza delle telecamere è chiaramente pubblicizzata (come prevede la legge) da appositi cartelli posti lungo i bordi della strada prima del varco interessato. A Viterbo nessun cartello avverte l'automobilista che quell' incrocio (o meglio: quel semaforo!) è controllato da telecamere e questo già può essere un primo elemento di non legittimità della contravvenzione, fermo restando (come già detto) il dubbio che si possa ricorrere all'occhio del grande fratello per utilizzazioni differenti dalle ZTL.
Qualcuno potrebbe obiettare che qualcosa di simile già avviene con gli autovelox ma resta sempre il fatto che l'automobilista è preventivamente informato della presenza di questo strumento di rilevazione e comunque si tratta di apparecchiature che devono rispondere a determinati requisiti e garanzie, tarature e via discorrendo. Che garanzie danno queste telecamere anche sul piano della privacy?
Ma c'è un altro aspetto che non ritengo per nulla secondario, vale a dire quello "morale". Siamo certi che la loro installazione non risponda innanzi tutto a requisiti di cassetta per il Comune e per i privati che le hanno fornite, non certo per "educare" gli automobilisti (la mancanza di cartelli di avviso), non certo per prevenire, non certo per aumentare la sicurezza sulla strada?
Che dire, infatti, della percentuale di 20 euro che, mi si dice, spetterebbe alla ditta che ha fornito le telecamere? Che mi si risparmi - chiosa il presidente provinciale di Alleanza Nazionale - lo storiella che però sono state fornite gratuitamente per cui il Comune non ha speso una lira.
Non ripetiamo la pantomima dei pulmini per i disabili, per favore! Se i privati ritengono 20 euro a contravvenzione sufficienti a rientrare delle spese ed a guadagnarci, perché il Comune non ha fatto tutto da solo?
Il fatto che qualcuno prenda la percentuale sulle contravvenzioni come può non alimentare il sospetto (sicuramente infondato) che artatamente possano aumentare le violazioni per aumentare i guadagni?
Magari prolungando l'orario di funzionamento dei semafori ed estendendolo alla notte? A questo punto, sorge spontanea un'altra domanda: di chi è la ditta alla quale è venuta l'idea?
Ed un'altra ancora: è stata fatta una gara? Per ora mi fermo qui - conclude il senatore Bonatesta -, con la speranza che l'assessore Zucchi voglia fare proprie le perplessità del sottoscritto e decida di sospendere l'inoltro delle contravvenzioni ai malcapitati automobilisti in attesa di fare chiarezza, in ogni caso, sulla legittimità del provvedimento dato che della sua "moralità" abbiamo già parlato abbastanza".