Senza Filtro - Dopo aver lungamente condiviso le impostazioni e le linee guida della maggioranza in comune sulle multiutility ed aver ricevuto "in cambio" incarichi e posti nei cda delle società comunali (Cev, Robur e Francigena), ora la Margherita pretende di dare lezioni di buona amministrazione cambiandosi casacca improvvisamente e autopromuovendosi da semplici "supporter" a esperti di management ambientale.
Dove stavano in questi anni di "cattiva amministrazione"?
L'opposizione "soft" di Fabbrini a Palazzo dei Priori ormai stona con la impostazione della maggioranza in Provincia e in Regione; tant'è che quello fino ad oggi creato ed intessuto dal consigliere della Margherita viene disconosciuto dal signor Allegrini, che come citato pretende di trovare soluzioni al problema delle gestione delle società comunali ed in particolare riguardo al Cev.
Caro Allegrini delle due l'una: o si condivide la gestione attuale delle società, come fino ad oggi fatto e rappresentato dai consiglieri di amministrazione "targati" Margherita, oppure dopo le dimissioni dei suddetti si propongono ricette e soluzioni al problema del Cev.
Oltre che rigettare e rifiutare proposte da chi una volta canta e un'altra "controcanta", personalmente non condivido la ricetta di far diventare il Cev struttura a partecipazione esclusivamente pubblica, tagliando fuori i privati.
Questi ultimi rappresentano la linfa e il braccio operativo affinché la società
mista possa operare e gestire lavori e appalti.
Invece, cosa diversa è la presunta incapacità del management del Cev di tenere
in utile la società. Se questo fosse vero, come in ogni azienda pubblica o privata che sia, la necessaria conseguenza da parte dei soci è quella di rinnovare l'organo amministrativo-gestionale, lincenziando in prima battuta colui che è chiamato ad attuare i compiti relativi ovvero l'amministratore delegato e quindi l'intero cda, tentando un reale risanamento per tramite di un nuovo cda e al limite di un commissario.
Ma forse l'intento della Margherita non è quello di risanare presunti deficit di Bilancio, ma quello di mettere le mani e rendere provinciale quello che ad oggi è patrimonio del Comune di Viterbo e degli altri soci.
Se così fosse la cosa sarebbe veramente preoccupante: altro che garanzia dei
livelli occupazionali.
Un'ultima annotazione: perché Allegrini e Fabbrini si preoccupano del ciclo di gestione dei rifiuti, quando la Provincia da loro governata, insieme alla Regione, che ha competenza in materia, non chiarisce cosa e come intenderà gestire nei prossimi anni lo smaltimento dei rifiuti urbani e speciali nella Tuscia: termovalorizzatori, mattone ecologico, discariche abusive o cosa altro?
Continueremo a smaltire contro le logiche del decreto Ronchi i rifuti della Tuscia e della provincia di Rieti?
Alla Margherita e all'On. Fioroni la risposta.
Andrea Rocchi
Presidente Circolo Territoriale di Viterbo
Alleanza Nazionale.