Viterbo - La squadra mobile ha chiuso un laboratorio di sartoria a Montefiascone in cui lavoravano e vivevano quindici persone - Denunciato l'imprenditore Sette cinesi clandestini sfruttati e trattati come schiavi Viterbo 23 novembre 2005 - ore 2,10
Gli ambienti in cui vivevano i quindici dipendenti cinesi
- Come gli schiavi. Sette cinesi, venivano trattati come schiavi. 500 euro al mese per sedici ore di lavoro al giorno. A volte, anche per sette giorni alla settimana. E nonostante questo, erano riconoscenti al loro datore di lavoro. Un cinese, Z.Y. di 39 anni, regolarmente in Italia da anni, sposato e con due figli. Uno di circa tre anni e laltro che frequenta le elementari.
Un laboratorio di sartoria è stato chiuso dalla squadra mobile, guidata da Gava, a Montefiascone. Nel laboratorio venivano cucite le parti di abiti da donna che poi venivano rivenduti ad aziende italiane e cinesi.
Una sorta di catena di montaggio sparsa sul territorio italiano. Con la materia prima che arrivava dalla Cina. Gli abiti, assemblati a Montefiascone, che poi venivano rivenduti ad aziende in altre aree del paese che li rifinivano e li commercializzavano.
A far scattare la chiusura dellazienda e la denuncia dellimprenditore cinese è stato lo sfruttamento di manodopera clandestina.
Sette cinesi, senza permesso di soggiorno, infatti, venivano sfruttati senza nessuna tutela. Con orari di lavoro massacranti che andavano dalle 12 alle 16 ore e uno stipendio da fame. Appena 500 euro. Tutto al di fuori dalle regole.
Oltre ai sette clandestini, nella villa, che si trova in via Cardinal Salotti a Montefiascone, lavoravano altri otto cinesi, questi in regola ma sempre con stipendi risicati.
I quindici dipendenti, più la famiglia dellimprenditore cinese, vivevano tutti nella villa. Vicino al laboratorio cè una cucina, dove venivano consumati i pasti. E per ogni dipendente, nel secondo piano della casa, con il compensato erano stati ricavati vani di un metro per due per dormire. Una sorta di pollaio per uomini.
Gli uomini della mobile ieri hanno fatto irruzione nella villa, dopo due settimane di indagini, e hanno scoperto la drammatica situazione.
Z.Y. è stato denunciato per favoreggiamento della permanenza di immigrati clandestini e per sfruttamento di manodopera irregolare.
Uno dei dipendenti irregolari e clandestini è stato arrestato per non aver ottemperato a una precedente intimazione di lasciare il territorio italiano del questore di Bari.
Gli altri sei clandestini, tra cui due donne, verranno espulsi dal paese.
Gli uomini della squadra mobile erano stati sollecitati a intervenire da alcuni cittadini insospettiti dalleccessivo via vai intorno alla villa.
Sono quindi iniziate le indagini coordinate dal sostituto procuratore Renzo Petroselli.
Loperazione è stata condotta in collaborazione dellufficio immigrazione guidato da Umberto Di Fusco.
Ora si indaga sui clienti del laboratorio per valutare se fossero a conoscenza di questa situazione di drammatico sfruttamento. Di quanto è stato appurato dalla polizia verrà informato anche lispettorato del lavoro.