Senza Filtro - Peppino Giunta se ne è andato via per sempre.
Ma non ne è andato via da solo, perché insieme a lui è morto anche un pezzetto di tutti noi.
Un brano della politica viterbese, di unesperienza iniziata nella seconda metà degli anni 70, sviluppatasi sulla spinta delle proposte del cattolicesimo democratico e dellansia di partecipazione del movimento studentesco allinterno del Movimento Giovanile D.C., rifiorito intorno al motto la nuova D.C. è già cominciata con cui Benigno Zaccagnini aveva dato speranza a noi tutti e al nostro Paese.
Avevamo ciascuno origini diverse: Fioroni proveniva dallo scoutismo, io dallAzione cattolica, Mariani dallesperienza dei cattolici di base, Fabbrini dal movimento studentesco, Peppino dai cenacoli francescani e dalla F.U.C.I.; tutti ci trovammo uniti da un medesimo scopo e da una stessa passione politica e insieme decidemmo di lavorare per mettere i nostri talenti a servizio di Viterbo.
Lidea era vincente e trascorremmo anni formidabili.
Peppino Giunta, con la sua carica di entusiasmo e la sicurezza del valore delle nostre idee, si fece strada lavorando soprattutto sul territorio, nelle parrocchie e nellassociazionismo; risultò naturalmente primo degli eletti e presidente della V Circoscrizione.
Furono cinque anni di intenso impegno e gli elettori lo premiarono di nuovo eleggendolo consigliere comunale ove assunse la carica di presidente di commissione.
La scoperta e laggravarsi della malattia impedirono poi la continuazione di un impegno diretto allinterno dellAmministrazione, ma non spensero mai la sua passione politica e, come non venne meno mai il vincolo di amicizia che ci ha legato in tanti anni, mai è venuto meno il suo sostegno a un progetto sempre condiviso, anche allinterno della Margherita.
Oltre la politica, unaltra passione riempiva il suo grande cuore, quella per le montagne.
In montagna ha deciso quindi di trascorrere gli ultimi scorci della sua vita.
I latini dicevano che chi muore prematuramente è sacro agli dèi Mani; la sua devozione e la sua religiosità confermano la saggezza degli antichi e come i latini, insieme a Peppe, Aldo, Marcello e tanti altri amici, noi oggi lo salutiamo.
Peppino, la terra ti sia lieve!
Angelo Allegrini