Senza Filtro -Gentile presidente della Regione Lazio,
sono Elena Maria Scopelliti e le scrivo a nome del Comitato 'Marina Velka senza fango' di cui sono presidente.
Mi rivolgo a lei per portarle l'appello di cittadini che si sentono abbandonati dalle istituzioni e che hanno deciso di auto-organizzarsi per scoprire le cause e le responsabilità delle alluvioni che recentemente hanno colpito il comune di Tarquinia, in particolare le zone di Marina Velka e Tarquinia Lido.
Il giorno stesso dell'alluvione del 15 novembre, lei si è recato nelle zone colpite ed io ho avuto il piacere di conoscerla. Ci siamo incontrati di fronte all'albergo 'San Marco di Tarquinia'.
Io mi ero recata lì per prendere mia madre che per la seconda volta in undici mesi era stata tratta in salvo dalla ondata di fango che di lì a poco avrebbe investito la sua abitazione. Sono rimasta colpita dalla sua sollecitudine nel perlustrare la zona e nell'incontrare gli sfollati.
Le devo, purtroppo, segnalare il fatto che gli interventi del dopo alluvione non sono stati assolutamente sufficienti ed in alcuni casi non ci sono stati affatto. Dopo appena una settimana dall'alluvione, il sindaco di Tarquinia ha dichiarato finita l'emergenza ed ha lasciato che i cittadini sguazzassero da soli nel fango.
Nella zona di Marina Velka, non solo le case sono rimaste inagibili, ma le fogne e i tombini sono rimasti intasati dal fango.
Dopo che l'acqua è stata fatta defluire grazie all'intervento dei vigili del fuoco, sono rimasti sul posto solo quattro Volontari della Protezione Civile, senza mezzi adeguati all'emergenza.
Successivamente, sono comparse sul posto delle auto-spurgo di ditte private che solo a pagamento aspiravano il fango. I cittadini si sono recati più volte presso il comune di Tarquinia, chiedendo che il sindaco si facesse portavoce delle loro urgenze, ma questi si è rifiutato di intervenire , dichiarando la cosa 'non di sua competenza'.
Vista la gravità della situazione, il 23 novembre, noi del comitato 'Marina Velka senza fango', abbiamo inviato una lettera alla protezione civile di Tarquinia ed alla protezione civile della Provincia di Viterbo per chiedere soccorso.
Il 25 novembre, la Provincia di Viterbo si è resa presente a Marina Velka, tramite gli assessori alla protezione civile Mauro Mazzola e quello ai lavori pubblici Tolmino Piazzai .
Essi si sono accertati della necessità di interventi immediati ed hanno dichiarato che 'dire
alla gente di fare tutto da sola, sarebbe una affermazione delinquenziale, come dire che in un terremoto o in una colata lavica la gente deve pensare a se stessa'.
Purtroppo, non c'è stato il tempo di intervenire, poiché, il giorno successivo, si è scatenata la terza alluvione in meno di un anno. Il destino ha voluto che essa iniziasse proprio mentre 200 persone, aderenti al comitato 'Marina Velka senza fango', si trovavano sotto al comune di Tarquinia per protestare contro l'assoluta mancanza di attenzione che il sindaco aveva mostrato loro.
I dimostranti avevano con loro uno striscione con su scritto '2 alluvioni in 11 mesi. Ora
basta' ed, in tempo reale, lo hanno modificato, scrivendo '3' al posto di '2'.
Oggi, 28 novembre, Marina Velka è chiusa e pare ci siano sul posto delle squadre addette a mettere in sicurezza la zona. Noi ci chiediamo: sarà come l'altra volta, oppure questa volta si interverrà sul serio?
Vorrei farle presente che le case di Marina Velka non sono abusive, ma hanno tutte le autorizzazioni comunali, e che i cittadini continuano a pagare l'Ici, nonostante la zona sia inagibile e il comune non abbia fornito loro alcun servizio apprezzabile.
Concludendo, le vorrei segnalare la disperata situazione degli sfollati che ora risiedono in alcuni alberghi di Tarquinia. Dopo l'alluvione, coloro che avevano perso casa ma, come mia madre, avevano amici e parenti che li potevano ospitare, hanno lasciato gli alberghi.
Sono rimasti solo coloro che non avevano altra scelta. Dopo una settimana dall'alluvione il sindaco ha minacciato di lasciarli per strada, ma, grazie alle proteste del comitato questo non è accaduto. Purtroppo il giorno successivo gli albergatori hanno fatto sapere agli sfollati che non avrebbero più avuto i pasti, ma solo la colazione.
Il 25 novembre, il legale del Comitato ha mandato una lettera di diffida al comune di Tarquinia, ma a tutt'oggi, non c'è stata una risposta positiva. Gli sfollati continuano a non avere i pasti e, evidentemente, non possono cucinare in albergo. Tra loro ci sono situazioni gravissime, come quella di un signore rumeno che lavorava presso un condominio di Marina Velka ed in un giorno ha perso casa e lavoro.
Ora risiede in albergo con la moglie e due figli piccoli.
Noi del comitato siamo certi che la sua giunta, da poco insediata alla Regione Lazio, cercherà di rimediare ai problemi che le ho, or ora, presentato.
La prego di intervenire al più presto: i cittadini sono disperati!
Abbiamo già avuto dei contatti con il signor Coinu, del suo staff e giovedì la nostra commissione Tecnica (due ingegneri ed una geologa) si recherà all'assessorato
all'Ambiente per indagare sul motivo delle ripetute alluvioni. La preghiamo di esserci vicino nella nostra battaglia: vogliamo solo che i nostri diritti vengano riconosciuti.
Elena Maria Scopelliti - Comitato Marina Velka senza fango
http://www.marinavelca.com
marinavelkasenzafango@yahoo.it