-Viterbo, la mafia avanza. Non può che lasciare turbati il riferimento alla città dei papi contenuto nel servizio della cronaca romana del Corriere della Sera di sabato scorso. Già il titolo è tutto un programma: Allarme in Commissione regionale «La mafia avanza. Presente nel Lazio da Viterbo a Gaeta».
Linchiesta parte dal caso dello scioglimento del consiglio comunale di Nettuno per condizionamento mafioso disposto dal consiglio dei ministri. Secondo la relazione prefettizia accolta dal ministro degli Interni una ndrina calabrese avrebbe infatti giocato un qualche ruolo nellinfluenzare le scelte dellamministrazione comunale.
Ma, per quel che riguarda il Viterbese, nel servizio del Corriere della Sera, preoccupa il riferimento al capoluogo della Tuscia. Difatti un vero e proprio allarme è stato lanciato dalla commissione regionale sulla sicurezza, dopo che, in una recente audizione, il magistrato della direzione nazionale antimafia, Luigi De Ficchy, ha rivelato che «la mafia è presente nel Lazio da Viterbo a Gaeta».
"Il fenomeno mafioso riguarda Roma, il sud del Lazio, ma sta cominciando a riguardare anche il nord del Lazio, in particolare Viterbo". Così il 18 ottobre il sostituto procuratore nazionale antimafia Luigi De Ficchy ha confermato quanto ormai da varie udienze veniva denunciato alla commissione sulla sicurezza e sulla lotta alla criminalità della Regione Lazio dalle associazioni e dai comitati antimafia sentiti negli ultimi due mesi.
Luisa Laurelli, presidente della commissione, ha spiegato come finora siano state effettuate 16 audizioni, raccogliendo dati e denunce. In particolare nel tracciare un quadro dellinfiltrazione mafiosa, le messe a fuoco fatte dal magistrato antimafia De Ficchy secondo la Laurelli avrebbero evidenziato la ferocia con cui agiscono sul litorale laziale gli elementi mafiosi, con interessi diffusi nella gestione di circoli, bar, chioschi, stabilimenti. Ma ha anche delineato un fenomeno che ormai riguarda oltre al sud laziale anche il nord della regione, da Formia e Gaeta al viterbese. Per inquadrare meglio il fenomeno, la commissione ha chiesto al magistrato lelenco di tutti i processi a clan mafiosi nel Lazio.
Ma forse oggi quel che più colpisce è il silenzio che ha avvolto questa denuncia nella provincia di Viterbo