-Il provvedimento di divieto allaccesso delle auto in certi giorni di ricorrenza religiosa e affettiva dimostra una buona dose di cinismo e menefreghismo verso i problemi altrui.
In tutti questi anni non si è mai verificata una presa di posizione amministrativa così nettamente invalidante; considerando in questo caso l ordinanza inutile e non necessaria.
Questanno il problema sembrano le troppe auto, quando sarebbe stato sufficiente disciplinare le entrate e le uscite delle auto, senza togliere la possibilità di usufruire di un permesso legittimo e sacrosanto.
Mi viene a mente il titolo di un articolo apparso alcuni giorni fa sul Corriere di Viterbo e sul Tempo: Viterbo città aperta e accessibile. Già, il "sogno del Comune": un sogno che dura da una vita per chi vive in prima persona il disagio d'una città piena di barriere e di pregiudizi. Un vero paradosso rispetto al titolo quasi esilarante è il divieto allaccesso del cimitero di San Lazzaro nei giorni della ricorrenza più importante dellanno.
Certi amministratori inventano nuove discipline automobilistiche poco felici a ridosso dei cimiteri.
Qualcuno deve sempre mettersi in luce.
Solo che questa volta una luce sinistra ( si fa per dire ) imperversa in un cimitero che aspetta di accogliere i loro cari bloccati ai cancelli da un assurdo divieto.
Prima danno i permessi, poi li tolgono a loro piacimento, incuranti del danno morale e del disagio che provocano al loro prossimo; soprattutto alle persone che provengono da lontano.
Il libero commercio di fiori pullula in certi giorni di tristi ricordi intorno alle mura di S. Lazzaro, mentre parecchi disabili saranno costretti a fare marcia indietro
Chissà se lo stesso divieto ci sarebbe stato alla commemorazione della MARCIA SU ROMA.
Mauro Brilli