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Lettera aperta al:
-Sindaco di Viterbo
Giancarlo Gabbianelli
-Direttore A.S.L
Giuseppe Aloisio
-Organi di stampa
OGGETTO: influenza aviaria e piccione di città.
A seguito dellintervento del Sindaco di Viterbo presso la Direzione Generale della ASL di Viterbo, relativamente alle misure di controllo e prevenzione contro linfluenza aviaria, colgo loccasione per portare lattenzione su quello che è lanimale molesto urbano per eccellenza, il piccione, che desta preoccupazioni come veicolo di trasmissione di malattie infettive.
Il piccione è la specie più comune di volatili molesti che si insedia nelle aree urbane, nei centri storici e rovina manufatti pubblici e privati.
Il piccione è portatore di circa 60 malattie, alcune delle quali mortali, contagiose per l'uomo e per gli animali domestici, i cui agenti patogeni vengono trovati nei loro escrementi; se linfluenza aviaria può espandersi anche tramite gli uccelli selvatici nulla vieta che possa avvenire anche tramite i piccioni di città.
Gli agenti patogeni di queste malattie vengono trovati negli escrementi dei piccioni. non è necessario il contatto diretto: il vento, gli aspiratori, i ventilatori possono trasportare la polvere infetta delle deiezioni secche negli appartamenti, nei ristoranti, negli uffici, negli ospedali, nelle scuole, ecc., contaminando gli alimenti, gli utensili da cucina, la biancheria, ed innescando i processi infettivi.
Associata alle colonie di volatili, c'è sempre la presenza dei loro ectoparassiti, in particolare pulci, cimici, zecche ed acari, che spesso causano forti infestazioni all'interno di edifici ove sono posti i nidi, soprattutto all'interno dei sottotetti.
Questa è una fonte di seri problemi igienico-sanitari, essendo questi insetti a loro volta vettori di gravi malattie infettive ed anche potenziali parassiti dell'uomo.
Il piccione è un temibile infestante, ecco perché è importante eseguire i necessari interventi di pulizia, disinfestazione e disinfezione per la corretta bonifica degli ambienti ed approntare efficaci interventi di allontanamento dei piccioni.
I "piccioni urbanizzati", per effetto di una sentenza istruttoria del Pretore di Cremona del 18 gennaio 1983, sono considerati alla stregua di tutti gli animali allevati e quindi passibili di ogni azione di sfruttamento, compresa la cattura e l'uccisione.
La sentenza approfondiva il concetto di "urbanizzazione" del piccione specificando che non devono valere per i colombi urbani le normative della Legge 968/77 che riguarda la fauna selvatica come patrimonio indisponibile dello Stato.
Si ritiene infatti che la posizione sistematica, ecologica e legale dei cosiddetti piccioni di città sia quella di specie non appartenente alla fauna selvatica.
Si tratta infatti di popolazioni la cui origine deve essere ricondotta a forme domestiche del colombo selvatico sfuggite al controllo da parte dell'uomo (i nostri antenati li mangiavano).
L'art. 19 della Legge 157/92 prevede la concreta possibilità di adottare metodi di controllo efficaci (piani di abbattimento) ai fini della tutela del patrimonio zootecnico, per motivazioni sanitarie, per la tutela del patrimonio artistico, per la difesa delle specie selvatiche.
Per effetto di quanto sopra esposto i piccioni urbani non sono più patrimonio indisponibile dello stato, sono quindi suscettibili di attività atte al loro controllo.
Il soggetto titolare di intervento nei centri urbani è il sindaco.
Lo sforzo deve essere congiunto, Amministrazioni/privati, affinché vengano limitate e controllate le risorse alimentari dei colombi, circoscritti i siti riproduttivi con uno sforzo da parte dei proprietari degli immobili con adozione di misure atte ad impedire la penetrazione, la posa e la nidificazione, compresa la somministrazione di farmaci che ne riducano la fertilità.
Lamministrazione Comunale potrebbe studiare degli incentivi per i privati che intendano combattere questo fenomeno con i mezzi oggi in uso:dissuasori a spilli in acciaio, elettrici e chimici, reti, e dare vita ad un piano triennale di limitazione numerica delle specie piccione di citta' che soprattutto al centro storico e in alcuni quartieri come i Cappuccini sono diventati una presenza numericamente imbarazzante.
Enrico Maria Contardo
Consigliere comunale An