- Pubblichiamo il documentto che illustra l'indagine congiunturale elaborata dalla Federlazio sullo stato delle piccole e medie imprese della Tuscia nel primo semestre del 2005. L'analisi è stata presentata questa mattina dal direttore della Federlazio Roberto Corbo e dal presidente Confidi Lazio di Viterbo Giovanni Di Mattia.
Lorologio della ripresa economica nella provincia di Viterbo mostra ancora le lancette indietro.
E limmagine di sintesi che ci consegna lultima indagine congiunturale realizzata da Federlazio su un campione di piccole e medie imprese associate.
I dati relativi al primo semestre 2005 evidenziano un generale appannamento del quadro delineato alla fine dello scorso anno, riflettendo la fase recessiva in atto nel resto della Regione.
Peggiorano i livelli di produzione, di ordinativi e di fatturato, con inevitabili riflessi negativi sulloccupazione nella Tuscia.
Cresce, nel contempo, il giudizio di insoddisfazione e preoccupazione delle imprese di fronte ad una situazione che resta difficile e densa di incognite per limmediato futuro.
PRODUZIONE
Restano negativi i giudizi espressi dalle imprese intervistate circa i livelli produttivi conseguiti.
I consuntivi della produzione relativi al periodo gennaio-giugno mostrano un peggioramento rispetto al semestre precedente.
Diminuisce,infatti, sia la percentuale di aziende che danno indicazioni positive (23,1% contro il 31,6% del periodo luglio-dicembre 2004), sia di quelle che esprimo un giudizio di stabilità (dal 57,9% al 46,2%).
Rilevante, infine, la differenza (+ 20,3%) di coloro che hanno registrato cali produttivi.
ORDINATIVI ED EXPORT
Un primo semestre in flessione rispetto alla fine dello scorso anno anche per il livello degli ordini registrato.
La percentuale delle performance positive (23,1%) diminuisce rispetto a dicembre 2004 (26,3%).
Le imprese che hanno rilevato un calo degli ordinativi sono state pari al 26,9%, contro il 15,8% del precedente semestre.
Di rilievo anche la diminuzione delle imprese (dal 57,9% al 46,2% ) che hanno dichiarato di aver mantenuto inalterati i propri volumi di affari.
Si rilevano flessioni sia nella domanda interna che in quella dei mercati esteri.
In deciso calo il livello di ordini dallItalia, che dal 36,8% passa al 23,1%: analoga (23,1%) la percentuale di coloro che hanno registrato una flessione della domanda, rispetto al 15% di fine 2004.
Per quanto riguarda lexport verso i paesi dellUnione Europea appare variegata la posizione delle imprese interpellate, rispetto alle risultanze del secondo semestre dello scorso anno che erano improntate ad una sostanziale stabilità: il 15,4% dichiara risultati negativi; scende dal 100% al 76,9% il dato sulla stazionarietà. Dati negativi che vanno a confutare quel +7,7% registrato in aumento negli ordinativi esteri allinterno dei mercati UE.
Sulle consistenze del portafoglio ordini extra-UE non si registrano dati in aumento, mentre un 15,4% di aziende dichiara un calo di affari.
FATTURATO
Battuta darresto nellultimo semestre anche per i livelli di fatturato conseguiti.
Negative le valutazioni espresse dalle imprese: scende dal 52,6% al 34,6% la percentuale di quanti hanno registrato aumenti; mentre sale dal 15,8% al 23,1% quella delle imprese con problemi di riduzione.
Per contro, si rafforza la percentuale di quanti hanno indicato una certa stabilità rispetto al secondo semestre 2004: + 10,7%.
SETTORI
Lindagine congiunturale conferma una sostanziale tenuta del settore Costruzioni.
Si rilevano, in dettaglio, giudizi improntati ad una stabilità in ordine a produzione, ordini , fatturato e occupazione.
Analogamente per quanto attiene al comparto ceramico-sanitari che continua a migliorare la competitività sul mercato estero, seppur in un quadro di costante incertezza per la concorrenza dei paesi emergenti con costi di produzione irrisori.
E da osservare, comunque, che i livelli di risultato per le aziende di questo settore tradizionalmente lievitano nel semestre successivo, nel quale si collocano eventi fieristici di respiro internazionale, quale il Cersaie di Bologna, in cui le imprese sviluppano la quota maggiore del portafoglio ordini, soprattutto sul mercato estero.
OCCUPAZIONE
In sintonia con landamento della produzione,degli ordini e del fatturato conseguito si presenta il dato relativo alloccupazione.
Rispetto al 31,6% della precedente rilevazione la percentuale di imprese che nei primi sei mesi di questanno ha incrementato lorganico scende al 19,2% e salgono di un +11,5% quelle che hanno registrato un diminuzione.
Lieve lincremento (dal 68,4 al 69,2) del giudizio sul mantenimento del precedente livello occupazionale.
Di rilievo il dato sul ricorso al lavoro straordinario. Nessuna delle imprese intervistate lo ha aumentato; l84,6% si è mantenuto sui livelli precedenti; il 15,4% ha ridotto il monte ore rispetto a fine 2004.
Nel primo semestre 2005 Viterbo ha visto aumentare la quota di Cassa Integrazione Ordinaria rispetto al risultato regionale : dal 2,6% al 3,2%.
INVESTIMENTI
Malgrado la sfavorevole dinamica congiunturale, nel primo semestre 2005 lattività di investimento da parte delle piccole e medie imprese è risultata in aumento, sia rispetto al dato precedentemente registrato (+ 8,9%), sia in riferimento alle intenzioni che erano state manifestate dalle imprese per linizio del corrente anno.
Per quanto concerne le tipologie e le finalità degli investimenti effettuati lindagine evidenzia decisi aumenti delle risorse destinate agli immobili (+17,8%), ai mezzi di trasporto (+17,8%), e agli impianti (+9,7%).
Meno rilevante lincremento degli investimenti in ricerca: dal 5,3% al 7,7%.
Deciso il calo registrato sul fronte delle spese in organizzazione (-10,5%), in pubblicità (-5,3%) e per la formazione (3,8% rispetto al 5,3% della presedente indagine).
PREVISIONI
I rendiconti critici della prima metà dellanno, hanno determinato un raffreddamento sul piano delle previsioni e attese per il secondo semestre dellanno, a testimonianza del clima di incertezza che vivono gli imprenditori: soltanto il 26,9% degli intervistati ha dichiarato lintenzione di realizzare investimenti, rispetto al 47,1% rilevato nel semestre precedente.
CONCLUSIONI
E certamente un momento delicato e importante per il futuro delle piccole e medie imprese, fondamentali nel tessuto economico della Tuscia, un territorio ricco di risorse, ma oggi affetto da una perdita di competitività.
Il primo semestre 2005 si chiude con segnali nel complesso poco incoraggianti: i principali indicatori passati sotto la lente dellindagine congiunturale mostrano andamenti negativi e le attese manifestate alla fine dello scorso anno, improntate ad un certo ottimismo, hanno finito per naufragare di fronte alle valutazioni a consuntivo espresse dagli imprenditori.
Il quadro locale tracciato dalla rilevazione non si discosta dal panorama generale dellintera regione, e al di là della tenuta del settore Costruzioni e della posizione di attesa di quello Ceramico-sanitari, si conferma un ciclo al ribasso.
Lappuntamento con la ripresa sembra essere ulteriormente rinviato.
Gli effetti si fanno sentire sulloccupazione e sulle prospettive di investimento per il prossimo semestre, su cui influiscono negativamente lincertezza delle prospettive economiche nazionali ed internazionali e il senso di sfiducia e preoccupazione diffuso tra gli imprenditori, accanto alle non nuove difficoltà di accesso al mercato dei capitali, che ci auguriamo passino anche attraverso una riforma del sistema dei confidi.
Non va dimenticato, del resto, che le piccole e medie imprese nella provincia di Viterbo continuano a fare i conti con tutta una serie di ritardi e carenze in termini di infrastrutture materiali e immateriali. Pressanti sono stati gli appelli lanciati ad ogni livello da questa Associazione di rappresentanza.
Un rischio su tutti, incombe sul sistema delle Piccole e Medie Imprese: quello che, progressivamente, si possa affievolire quel mix di convinzione, di slancio a crescere, di motivazione verso il futuro, che costituiscono lessenza stessa del fare impresa, dell essere imprenditori.
Per superare questo senso di sfiducia e tentare di risalire la china, occorre mettere in campo tutta una serie di politiche di sostegno dei Distretti Industriali.
E un ambito in cui la Federlazio da tempo si sta muovendo nella ferma convinzione che lo strumento della concertazione sia irrinunciabile, coinvolgendo e corresponsabilizzando tutti gli attori, istituzionali e privati, del territorio.
In questa fase di rapido cambiamento sarebbe importante sia incrementare gli investimenti infrastrutturali pubblici, per dare una solida base alla ripresa produttiva, sia intervenire per favorire la ricerca e linnovazione tecnologica.
Per poter competere sul terreno del confronto con paesi a basso costo del lavoro, che tanto condizionano i mercati, lunica arma in mano alle nostre imprese è, infatti, quella di elevare ulteriormente lo standard qualitativo, tecnologico e produttivo.
Fondamentale, appare in tale contesto, la realizzazione del Parco Scientifico e Tecnologico dellAlto Lazio, che lAmministrazione Provinciale ha in programma di costituire, unitamente ad altri soggetti pubblici e privati, nei comprensori di Viterbo e Rieti.
Fare lobby territoriale significa far sì che le nostre piccole e medie imprese contino di più laddove si assumono le decisioni: questa dovrà essere la strategia del futuro, così da poter aumentare le possibilità di superare lattuale momento di stagnazione delleconomia della Tuscia .
Una certezza: non potrà esserci sviluppo economico e sociale di questo territorio senza lapporto della piccola e media impresa.