Lettere al direttore - Ci scrive Antonello Iannarilli
"Caro direttore lei non è abituato alla schiettezza e sincerità..." Viterbo 27 settembre 2005 - ore 0,45
Col Filtro - Caro direttore,
devo ammettere che la sua ironica prefazione al mio comunicato mi ha fatto molto divertire. E questo per due motivi, fondamentalmente. Il primo è che destare puntualmente la sua curiosità e la sua attenzione mi fa ritenere di essere un politico unico nel mio genere; il secondo è che evidentemente, almeno fino ad ora, non è stato abituato a schiettezza e sincerità da parte del mondo politico: ecco perché accoglie sbigottito come lei stesso ama dire, le mie dichiarazioni.
Che dire, direttore: sono onorato di essere qui a Viterbo, più unico che raro; del resto io sono fatto così: sono sincero e diretto; capisco che questi termini non rientrano nel vocabolario della politica spicciola, quella dei mestieranti e di chi preferisce star zitto perché non si sa mai (e quanti deve averne conosciuti per meravigliarsi tanto di me ), ma io per fortuna non ho interessi da difendere se non la mia coerenza, personale e politica, nei confronti dei cittadini che mi hanno onorato della loro fiducia, e che alle ultime regionali sono stati ben 19.364. Per cui, anche se con il mio carattere irruente posso precludermi qualche strada, a me sta bene così: la mia attività principale è quella di imprenditore edile e commerciale, e non di mestierante della politica, come invece è per tanti altri.
E per questo che posso permettermi il lusso di essere sincero e di dire quello che penso senza filtro, come dice lei. Eh già, direttore, io dico le cose esattamente come sono, e ai sinonimi arzigogolati e alle belle frasi di contorno che servono a nascondere unamara realtà, preferisco di gran lunga la verità nuda e cruda, anche se questa può far male a qualcuno o scandalizzare qualcun altro. Tra laltro, la verità non è mai unoffesa, e mi stupisce vedere come lei paragoni questa mia schiettezza con le ingiurie personali: cosa è infatti un traditore politico, concetto che riguarda chi ha tradito le persone che gli hanno dato fiducia, cosa è appellare qualcuno prendendosela con sua madre e io a questo (sfido chiunque a dimostrarmi il contrario), non sono per nulla avvezzo, e non lho mai fatto.
Lasciando stare i vincoli familiari e tornando al nostro disaccordo, io non ho fatto altro che dire la verità sulla fuga politica dellonorevole Gigli: è uno che è stato eletto con i voti di Forza Italia, che ha ottenuto, sempre grazie a Forza Italia la candidatura alle politiche e alle regionali, e ancora grazie agli elettori di Forza Italia entrambe le poltrone; e alla fine si è rivelato niente meno che un traditore politico, (...) che ha ingannato i cittadini scappando a gambe levate verso tavoli più appetibili.
Se questo lei ritiene sia comportamento normale, se per lei fa parte del gioco, francamente me ne dispiace. Per me no, non è per niente normale; è un comportamento da traditore politico bello e buono, senza possibilità di appello né di sinonimi: in soldoni, non è unoffesa, è la realtà. E anche se ciò fosse querelabile, pazienza: io continuerò lo stesso a dire sempre la verità, perché lo devo ai cittadini, a coloro che ogni giorno incontro e che voglio poter guardare dritto in faccia senza dovermi vergognare, a testa alta. E del fratello Ugo, ne vogliamo parlare?
Passato al centrosinistra per far perdere Forza Italia alle provinciali dopo aver avuto lincarico di Presidente dellAter di Viterbo, senza correttezza e senza un briciolo di lealtà. Anche qui non cè da stupirsi? Forse per lei no, ma per me sì. Vede, la coerenza e la lealtà verso la gente non si imparano sui libri, né si acquisiscono con il tempo. O ci sono o non ci sono. E chi ha dimostrato di non esserlo deve assumersene la responsabilità davanti a tutti. Sempre.
E una verità da cui non mi nascondo.
E in questo modo che la invito a leggere i miei interventi e poi, direttore, mi permetta una battuta finale, una doverosa rettifica che voglio proprio fare: Nando Gigli non mi ha spezzato il cuore e io non sono un innamorato abbandonato. Capisco che in questo momento particolare in cui il dibattito è aperto sulle unioni gay, largomento possa risultare di stretta attualità, ma ci tengo a precisare che la cosa non mi riguarda affatto, che i miei gusti sono completamente diversi, e che, per tornare alla schiettezza che tanto la sbalordisce ma che è certamente necessaria, e senza nulla togliere al vecchio adagio de gustibus a me certa carne non piace proprio
Con la stima di sempre,
Antonello Iannarilli
Caro Iannarilli,
come vede la mia scure si è ancora una volta abbattuta su un suo appellativo. Mi scuserà ma a prendere una querela per lei, non ci tengo. E poi non si tratta neppure di questo. Lei è di Frosinone e non conosce la storia politica di questa città. Chi le risponde ha scritto cose a dir poco pesanti su Nando Gigli e il suo gruppo, quando la Dc era al suo massimo splendore di potere.
Ma Nando Gigli non ha avuto mai modo di querelarmi per il semplice fatto che si trattava di "fatti" o di critiche strettamente politiche. Critiche e "fatti" che le garantisco fanno impallidire le sue caserecce invettive. Non si tratta quindi di nessuna forma di timore.
Ci mancherebbe. Questo giornale (lei non lo sa, ovviamente e legittimamente) è nato su una battaglia politica contro Gabbianelli. In tempi, anche in questo caso, di massimo splendore. Ma anche in questo caso, nonostante le critiche, diciamolo, pesanti, il sindaco non ha mai avuto l'opportunità di querelare. Si trattava di critiche politiche, basate sui fatti, o meglio su quello che noi ritenevamo e riteniamo fatti. Mai siamo scesi, però, sul piano dell'offesa personale gratuita.
Per cui la lezioncina sull'eroicità del suo atteggiamento, la può fare a qualche altro giornale.
Insomma un conto è la critica politica, la contestazione di "fatti". Un'altra cosa è quella che me non sembra schiettezza, ma la furberia di metter lì un aggettivo o un appellativo in più, che per altro non aggiunge nulla alla sua critica politica.
Vede i giornali hanno un direttore responsabile che serve proprio a questo, tra le altre cose, a far rispettare la legge vigente in italia, che impedisce di diffamare. Ovviamente tutti possono sbagliare per eccesso di prudenza o viceversa. Ma insomma questo è il nostro lavoro.
Un'ultima cosa sul suo concetto di "verità". Ecco, il suo concetto di "verità" è a dir poco ingenuo. E direi per nulla laico. E direi "totalitario". Ora questo per una persona che milita in quello che all'inizio doveva essere un movimento "liberale di massa", mi sembra qualcosa di preoccupante.
Sarà la vecchiaia, ma, insomma, questo suo concetto di "verità" assoluta. Che si mostra. Che si manifesta. A me preoccupa un pochino. Certo so che lei in fondo non farebbe male a una mosca. E le dico che certe suoi "ingenui concetti" sul piano teoretico, non fanno che alimentare una sorta di simpatia per lei. Ma mi domando come è possibile far politica in un movimento come Forza Italia senza un minimo di prudenza per quanto riguarda un concetto così che come direbbe, il vecchio Marx, all'improvviso può mostrare mille cavilli metafisici.
Un concetto che ad usarlo bisogna andar cauti. Vede, avrà notato che quando parlo di fatti metto la parola tra virgolette. Non è un vezzo. E' un modo per così dire di tener conto di qualche secolo di epistemologia. Qualche secolo di pensiero critico. E per tener conto di quello che è stato il secolo dei totalitarismi.
Insomma, mi perdoni la prudenza. Ma è proprio questa prudenza e tolleranza che credo mostri rispetto per sé e gli altri.
Ecco, io temo che ogni tanto a lei scappi, per così dire la mano, e appaia come qualcuno che ha poco rispetto per gli altri e quindi per sé stesso. La invito quindi ad esser un po' più tollerante e... laico.