Il questore, che andrà in pensione a fine mese, traccia un bilancio della sua vita nella polizia
Surace: "Mi affascina la politica" Viterbo 27 settembre 2005 - ore 4,45
Il questore Surace
-Un incarico politico? Non so. Ma non lo escludo. Mi affascinerebbe far politica. Il questore Salvatore Surace, a 63 anni va in pensione e si congeda facendo un po un bilancio di una vita tutta vissuta nei ranghi della polizia.
Dal primo ottobre - spiega Surace - non sarò più questore, ma rimarrò questo paradiso terrestre che è Viterbo. Ho già comprato una casale al Roncone. E con mia moglie ci andrò a vivere.
Il questore non solo fa un panegirico della Tuscia ma anche della questura di Viterbo. Un gioiello molto ambito da tutti. In questi anni ho lavorato bene, raggiungendo risultati ottimi anche grazie a tutti i miei collaboratori. Che voglio ringraziare.
Surace, in vena di bilanci, ripercorre la sua carriera. Prima il tentativo di entrare in magistratura. Poi il concorso per diventare ispettore di polizia. Il primo incarico a Modena, nella politica, proprio mentre stava per scoppiare il 68. Quattordici anni a capo della mobile di Bologna. Poi alla guida della criminalpol di Torino. Incarichi a Lecco e anche a Bari.
Questo è un lavoro che ti lascia senza radici - racconta -. Bisogna essere sempre pronti a cambiare. A passare ad un nuovo incarico. Ma è anche un lavoro che ti permettere di conoscere tutte le sfaccettature di una umanità complessa. Un giorno sei a contato con chi occupa una casa, il giorno dopo con un ministro. Ecco questo mi ha affascinato di questo lavoro. Qui a Viterbo abbiamo operato bene. Penso ad esempio alla vicenda degli anarcoinsurrezionalisti. Una formazione estranea alla città e che abbiamo in pratica azzerato. E va ricordato che il fenomeno in un certo momento è stato anche pericoloso con i pacchi bomba al tribunale, in questura, a un giornale locale.
Un questore che non nasconde laspetto umano del suo lavoro. Un segno daltronde che ha contraddistinto i cinque anni viterbesi di Surace.
Non manca una mezza confessione.
Non nascondo - aggiunge Surace - che mi dispiace di andare in pensione. Mi sento ancora in grado di profondere energie nel lavoro. Una cosa è certa non starò con le mani in mano. Di Viterbo mi sono innamorato, insieme a mia moglie, fin dal primo giorno che sono arrivato qui. I laghi, le pianure, la natura sono fantastiche. Dopo esser stato per tanti anni al nord, dove le fabbriche si susseguono alle fabbriche, quando sono venuto a Viterbo ho riscoperto la natura di quando ero ragazzo nella mia Calabria. Le prime volte che vedevo delle greggi di pecore, quasi mi commuovevo.
Quello di Surace in sostanza non è affatto un addio. E sembra certo non solo che lo vedremo ancora a Viterbo, ma che sarà impegnato nella vita civile della città.
Fino allarrivo del nuovo questore Surace verrà sostituito, dal primo ottobre, da Raul Carnevale.