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Michele Bonatesta
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- “E così anche il Comune di Viterbo, come peraltro annunciato in anticipo dal primo cittadino Giancarlo Gabbianelli, ha dato il suo contributo alla ricorrenza del trattato di Kyoto partecipando all’iniziativa… mi illumino di meno”.
Inizia celiando il presidente del Movimento “Insieme per il territorio” per commentare il voto sul bilancio del Comune di Viterbo, passato per soli 21 voti (uno più del necessario), in un aula “mezza piena e mezza vuota” come sottolinea “… il classico bicchiere di vino”.
“Solo che - ironizza l’ex senatore Bonatesta anziché spegnere le lampade che illuminano le mura, Palazzo dei Priori, la prefettura e tanti altri angoli suggestivi del centro storico, Gabbianelli ha preferito ridimensionare se stesso presentando in consiglio comunale un cavaliere della luce con le pile cariche appena al cinquanta per cento.
Per un sindaco amato da oltre il sessanta per cento dei suoi concittadini (così, almeno, sostiene lui salvo prova contraria) ricorda l’ex parlamentare non si è trattato certo di un risultato con il quale passare alla storia dei primi cittadini di Viterbo e del quale andare orgogliosi.
Anche perché sottolinea, ancora, Bonatesta il ventunesimo voto, quello determinante, quello senza il quale Gabbianelli avrebbe dovuto fare le valigie ed abbandonare lo scranno massimo della Sala d’Ercole, è stato dato dalla consigliera di Alleanza Nazionale Antonella Stella (in quota Meroi per quanto concerne gli equilibri interni affidati al capogruppo Maurizio Federici) che, a detta di molti (ma i primi a sollevare la questione, l’altra sera, siamo stati noi) sarebbe viziato da un evidente “conflitto di interessi” essendo la suddetta consigliera moglie del revisore dei conti del Comune di Viterbo Maurizio Rubini. Della serie, per essere più chiari, di controllore e controllata nello stesso talamo. Un venerdì 16, insomma, per il “cavaliere di mezza luce” Giancarlo Gabbianelli (per via di Kyoto, ovviamente), risultato “nero” ( ma un camerata il nero lo ama) come se fosse stato un… venerdì 17.
Ma non solo va avanti, impietoso, Bonatesta per via del voto di Antonella Stella che non è la sola, nel gruppo di Alleanza Nazionale, che potrebbe avere problemi quantomeno di “inopportunità politica” a sedere sui banchi di Palazzo dei Priori a secondo degli argomenti trattati in aula o nelle commissioni.
Antonella Stella a parte, il voto sul bilancio - precisa il presidente di “Insieme per il territorio” ha infatti ufficializzato quello che da tempo si diceva, sia pure a bassa voce, nei corridoi della politica e cioè che il vero sindaco di Viterbo è Nando Gigli e non Giancarlo Gabbianelli.
Se la maggioranza sulla quale fare affidamento per portare il mandato a fine naturale nel 2009 fa presente Bonatesta dovesse rimanere quella di 21 voti dell’’ultimo “venerdì grigio”, è evidente che (Antonella Stella a parte) il voto determinante per decretare la fine o meno della “cometa” Gabbianelli sarebbe sempre e comunque quello di Nando Gigli che per un improvviso e irrinunciabile impegno alla Pisana o per un improvviso quanto inopportuno mal di pancia potrebbe essere impedito a partecipare ad ulteriori, successive votazioni di capitale importanza per il nostro beneamato “cavaliere della luce”.
Vorrà correre questo rischio Gabbianelli rinunciando anche alla possibilità dei suoi frequenti viaggi a Bruxelles dove porta la voce dei Comuni italiani, con il rischio di essere cancellato dalla “lista dei famosi” del sempre più comico Pippo Franco, o accetterà di passare, di fatto, i remi della barca a Nando Gigli? Ai posteri (molto prossimi) l’ardua sentenza nel caso in cui il mercato delle “quaglie” dovesse andargli male.
Un consiglio, però, l’amico Gabbianelli ci permetta di darglielo e lo accetti: non indossi più la maglietta di “toro seduto” quando è nelle vesti istituzionali di primo cittadino.
Le provocazioni inutili e gratuite - conclude il presidente di “Insieme per il territorio” - non hanno mai portato bene a nessuno. Qualcuno potrebbe riscoprire di avere un orgoglio da difendere. Fatto sta che, in meno di due settimane, “toro seduto” è diventato “toro infuriato” (caso Federici-Selvaggini) e quindi “toro dimezzato” (vedi voto sul bilancio)”. Auguri, caro sindaco. Ai viterbesi, ovviamente, prima ancora che a te!”.