- L’obiettivo strategico del piano regionale dei rifiuti è quello di costruire nuove discariche, invece di chiuderle definitivamente, e di poter smaltire il CDR, combustibile da rifiuti, anche in impianti industriali esistenti, cioè nei cementifici.
Cioè quanto di più inquinante oggi esista, alla faccia della politica ambientalista della giunta regionale.
La presenza dei Verdi al governo nazionale, con il Ministro Pecoraio Scanio, in Regione con l’assessore Zaratti, al comune di Roma con Esposito, e quella massiccia nel governo regionale della sinistra massimalista e radicale, guidata dall’esponente di rifondazione comunista. Luigi Nieri, ha imposto che nel piano regionale sui rifiuti non fossero previsti altri impianti di termovalorizzazione oltre quelli già esistenti.
Ovviamente com’è scritto nel piano il numero di impianti esistente è insufficiente all’attuale produzione di rifiuti, ed allora la soluzione che viene prospettata è quella di aprire nuove discariche, dal momento che quelle esistenti sono nella fase di esaurimento.
Tenendo conto che dal 1° Gennaio del 2008 non si potrà più mettere in discarica il tal quale, dunque significa che noi metteremo in discarica il cdr, cioè la parte più ricca, che ci costa parecchio per produrlo dai rifiuti urbani e con la quale altri paesi producono energia che vendono all’Italia.
Insomma il manifesto del No agli impianti di termovalorizzazione di Nieri-Zaratti, su cui si attesta tutta la sinistra radicale e massimalista, impone all’attuale giunta regionale una politica che è l’esatto opposto della politica ambientalista che predicono, perché non c’è niente di più inquinante delle discariche e di bruciare il CDR nei cementifici, ed oltre tutto costa un sacco di soldi che penalizza i cittadini del Lazio sul piano del costo della bolletta.
Su questo tema da alcune settimane è assordante il silenzio del Partito Democratico a partire dai suoi esponenti che sono più attenti alle politiche riformiste.
Non vorrei che mentre Rutelli auspica che il PD rompa con la sinistra radicale e massimalista, qui nel lazio il PD somigli sempre di più al partito del voglio ma non posso.
Donato Robilotta (SR) Capogruppo alla Regione Lazio dei Socialisti Riformisti