Riceviamo e pubblichiamo
- Caro presidente Marrazzo,
non entro nel merito della tua decisione, presa anche su forti pressioni del Vice Presidente della Giunta, di non designarmi alla Conferenza delle Regioni per un'eventuale mia riconferma nel Cda di Cassa Depositi e Prestiti.
Cosa peraltro che ha comportato la perdita di questa posizione per la Regione Lazio, perché come saprai ieri la Conferenza dei Presidenti delle Regioni, riunione alla quale era assente il Lazio, ha designato un rappresentante della Regione Campania.
Non posso però accettare che questa decisione venga motivata con l’accusa che mi viene fatta di non essermi comportato correttamente con la Regione Lazio nella vicenda del consorzio Gaia.
E’ noto, e non solo agli addetti ai lavori, che la mia presenza nel cda di Cassa nel periodo 2005-2007, in rappresentanza delle Regioni e su designazione dell’ex Presidente Storace, abbia giovato soprattutto alla Regione Lazio e alla tua Giunta.
Come sai bene è grazie alla mia presenza che non più tardi di qualche mese fa la Regione Lazio ha potuto usufruire di un mutuo di ben 800 milioni di euro, pur essendo nelle condizioni finanziarie non proprio idonee per poterlo ricevere, tant’è che l’altra richiesta di mutuo per la costruzione dell’Ospedale dei Castelli non è neanche stata presa ancora in considerazione.
Quanto poi alla vicenda del consorzio Gaia, che non paga ormai da mesi le rate di ammortamento del mutuo ed ha un debito con Cassa depositi e prestiti e Ministero del Tesoro di circa 180 milioni di euro, pari al 91,5 % del mutuo erogato, proprio Tu dovresti sapere meglio di altri che sono stato l’unico politico a livello regionale a cercare di evitarne il fallimento.
Dal 26 aprile del 2006, data nella quale Cassa certifica che il consorzio Gaia è in stato di insolvenza, per ben tre riunioni di cda ho evitato che cassa emanasse il provvedimento di revoca del finanziamento per evitarne il fallimento, sino al cda del 31.1.2007, che ha dovuto prendere questa decisione in mancanza di soluzioni dopo innumerevoli ed inutili riunioni.
Ho spiegato a tutti come stavano le cose, dai vertici delle istituzioni locali a quelli della società, ai dirigenti politici ai sindaci dei comuni fondatori di gaia, dai capigruppo in Regione ai vertici di Acea ed Ama.
Ho avuto la netta sensazione che non tutti comprendevano lo stato di crisi in cui si trovava Gaia, a partire dalla Regione, e che tutti speravano “nello Stato pantalone” per risolvere il problema.
Ho promosso riunioni con i dirigenti di Cassa e del Tesoro, con tutti i soggetti interessati al problema, dai vertici di gaia ai sindaci, ai vertici di Acea ed Ama, ma il ritornello infatti era sempre e solo lo stesso, la soluzione passava per la richiesta di azzeramento del debito.
Per mesi ho chiesto inascoltato che Gaia chiedesse l’amministrazione controllata, prevista dalla legge Marzano e dalla Prodi bis, che tra l’altro prevedono anche una serie di ammortizzatori sociali per poter gestire la crisi, come unica possibilità di evitare il fallimento dal momento in cui la richiesta di azzeramento del debito è stata sempre respinta da Cassa e dal Tesoro.
Ora come sai il Ministero del Tesoro ha ufficialmente certificato che la richiesta del debito è inammissibile, con il che significa che si è perso un anno di tempo aggravando ancora di più la situazione.
Questi i fatti su Gaia che chiariscono bene come sono andate le cose.
Non ti sfuggirà infine che questa tua decisione suona come un atto di sfiducia nei miei confronti.
Cordiali saluti
Donato Robilotta (SR), Capogruppo alla Regione Lazio dei Socialisti Riformisti