Riceviamo e pubblichiamo
- Dopo il pasticciaccio di Albano, con il Presidente della Regione che avrebbe firmato di nascosto a Dicembre l’autorizzazione alla costruzione del quarto impianto Ama ad Albano e con l’assessore regionale all’ambiente che ha bocciato l’impianto negando la via, con la conseguenza che abbiamo perso 200 mln di euro di cip6, mi chiedo con che faccia Marrazzo e Zaratti replicano alla denuncia di Alemanno.
Che Roma e il Lazio siano in una situazione simile a quella della Campania lo dicono i dati diffusi dall’Apat e dall’osservatorio nazionale sull’ambiente, lo dicono le tante prese di posizione dell’Ama, che se non si costruiscono nuovi impianti sarà costretta a portare i rifiuti all’estero, lo dice la stessa relazione che accompagna il piano del commissario Marrazzo, quando sostiene che se non si raggiunge l’obiettivo del 50% della Raccolta Differenziata nel 2009 e del 60% nel 2010 l’alternativa sarà quella di allargare le vecchie discariche, autorizzarne di nuove oppure bruciare i rifiuti nei cementifici, come quello di Guidonia, o nella centrale a carbone di Civitavecchia.
Qualsiasi persona di buon senso sa bene che sarà impossibile raggiungere in un anno quegli obiettivi di raccolta differenziata, che sono scritti nel piano solo per far scomparire l’immondizia e far tornare i conti sulle linee di termovalorizzazione.
A Roma, dove i Verdi hanno avuto l’assessorato all’ambiente dal 1993 ad oggi, quindi per ben quindici anni, la raccolta differenziata è passata dal 5,6% del 2001 al 15,5% di oggi, dunque un aumento di due punti percentuali all’anno, insufficienti persino a coprire l’aumento annuo della produzione dei rifiuti che a Roma è del 5% all’anno rispetto ad una media nazionale del 2%.
Marrazzo poi ha presentato un piano inutile e dannoso basato solo sull’esistente, che ci porterà all’emergenza, e quando ha cercato di autorizzare l’impianto di Albano, non previsto nel suo piano, è stato zittito dai verdi e dalla sinistra arcobaleno.
Roma produce più rifiuti di altre città, 693 Kg/ab rispetto ai 594 di Torino, 566 di Napoli, 530 di Napoli, 586 di Bologna, 496 di Genova, 551 di Milano, ed ha la percentuale più bassa di raccolta differenziata, 15% contro il 35% di Torino, il 31% di Milano, il 32% di Verona, il 40% di Padova, il 30% di Parma, il 27% di Bologna ed il 29% di Firenze.
Il Lazio, con 5 milioni e trecentomila abitanti, ha il 12% di RD, 10 discariche oltre quelle abusive, e solo tre inceneritori (Colleferro, S. Vittore e Malagrotta); la Lombardia con 9.400.000 abitanti ha una RD al 42%, ma solo 6 discariche e ben 13 inceneritori; il Veneto, con una popolazione inferiore al Lazio, con 4.738.000, ha il 31,4% di RD, e 5 inceneritori; L’Emilia con 4.187.000 abitanti, ha il 31,4% di RD e ben 10 inceneritori; la Toscana ha il 30,7% di RD e 8 inceneritori.
Agli smemorati Marrazzo e Zaratti, cui si è aggiunto il mio amico Di Carlo, voglio ricordare che non solo la giunta Storace ha autorizzato il gassificatore di Malagrotta, oltre ad implementare l’impianto di Colleferro, con le proteste dei Verdi, ma ha fatto approvare dal Consiglio un piano regionale sui rifiuti nel 2002 che prevede 7 impianti(4 a Roma, 1 al Fr, 1 a LT ed 1 a VT) ed 11 linee. Piano che è stato bloccato e boicottato dalla Giunta Marrazzo.
L’impianto a Latina non è stato fatto, nonostante la richiesta della Provincia, perché bloccato dal commissario Marrazzo che infatti non lo ha previsto nel piano commissariale.
Donato Robilotta