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Il sottoscala di Sassi
Viterbo - Il sottoscala di Sassi
La carognata del 55 per cento
di Arnaldo Sassi
Viterbo - 4 dicembre 2008 - ore 0,45
Viterbo - Il sottoscala di Sassi
L'aeroporto facciamolo alla Volpara
di Arnaldo Sassi
Viterbo - 27 novembre 2008 - ore 0,30
Viterbo - Il sottoscala di Sassi
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Viterbo - Il sottoscala di Sassi
Sono un coglione
di Arnaldo Sassi
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Viterbo - Il sottoscala di Sassi
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di Arnaldo Sassi
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Governincontra ingessato
di Arnaldo Sassi
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Una città nuova per l'aeroporto
di Arnaldo Sassi
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Un concorso di idee per il centro storico
di Arnaldo Sassi
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di Arnaldo Sassi
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di Arnaldo Sassi
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di Arnaldo Sassi
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Viterbo - Il sottoscala di Sassi
La carognata del 55 per cento
di Arnaldo Sassi
Viterbo - 4 dicembre 2008 - ore 0,45

Arnaldo Sassi
caporedattore Messaggero
- Lasciamo stare qualsiasi considerazione sulla social card. Lasciamo stare anche qualsiasi commento sull’aumento dell’Iva nell’abbonamento alla televisione satellitare Sky.

Ma il provvedimento più insulso che l’esecutivo di Berlusconi ha preso in questo provvedimento di fine anno per far fronte alla crisi economica è quello di aver praticamente tolto le agevolazioni fiscali (rimborso del 55 per cento sulla dichiarazione Irpef) a coloro che ristrutturano l’abitazione per renderla più funzionale dal punto di vista ambientale.

Ovverosia – come accadeva da svariati anni a questa parte – a chi sostituisce le finestre mettendo quelle termicamente isolanti, a chi monta le caldaie di ultima generazione che consumano e inquinano meno, a chi decide di istallare nella propria abitazione pannelli solari per la produzione di acqua calda o addirittura un impianto fotovoltaico per produrre autonomamente energia elettrica, e così via.

Il beneficio – se si vuol essere precisi – non è stato abolito del tutto. Ma è stato reso molto più complicato. E soprattutto, essendo stato istituito un tetto di spesa già inferiore a quanto impiegato lo scorso anno, è chiaro che non sarà sufficiente per tutti (per il 2009 non si arriva a 200 milioni di euro, sufficienti a coprire a malapena i fabbisogni di una regione come il Trentino).

Così, non essendoci certezza di rientrare nell’agevolazione, non saranno pochi quelli che ci rinunceranno. Ma la vera carognata (è il termine più azzeccato che si può usare) sta nel fatto che il ministro Tremonti aveva pensato bene di rendere la decorrenza del provvedimento retroattiva. Sicché, chi aveva già speso i soldi perché fino a ieri aveva la certezza che sarebbe stato rimborsato, oggi avrebbe rischiato di dover pagare tutto.

Soltanto ieri pomeriggio, essendosi forse reso conto di averla fatta proprio grossa, Tremonti ha annunciato alla Camera la marcia indietro sulla retroattività. Ma il danno per il futuro resta tutto.

E’ pur vero – come ha affermato l’altra sera nella trasmissione di Gad Lerner Fabrizio Cicchitto – che il Governo ha dovuto raschiare il fondo del barile. I soldi non ci sono e la situazione è estremamente critica, soprattutto per le fasce sociali più deboli. Ma la politica è fatta di scelte e di priorità.

E con questo provvedimento l’esecutivo di Berlusconi ha lanciato due messaggi precisi: il primo, che tutto quello che riguarda la salvaguardia dell’ambiente può attendere; il secondo, che tutte le imprese che operano nel settore (e sono tante) possono anche arrangiarsi.

Invece, agendo sempre col buon senso del padre di famiglia, coltivare questa incentivazione sarebbe stato utilissimo, oltre che per salvaguardare la natura, anche per far ripartire un certo tipo di economia.

Prendiamo il fotovoltaico, di cui ancora se ne sa poco, ma che sta conoscendo un notevole sviluppo in tutta Europa. Con un investimento medio di 20-30 mila euro in teoria ogni abitazione potrebbe ricavare energia elettrica dai raggi solari, sia d’estate che d’inverno. Ma c’è di più.

Se nell’abitazione in questione si produce cento e si consuma ottanta, quel venti in più il privato lo può vendere all’Enel. In tal modo, non solo non pagherebbe più la bolletta, ma avrebbe anche un certo guadagno per ammortizzare i costi d’istallazione. Che, grazie anche all’abbattimento del 55 per cento in vigore fino a pochi giorni or sono, sarebbero stati recuperati in un tempo relativamente breve. Oggi nel frattempo – visto che l’energia elettrica ci serve e la paghiamo a caro prezzo - si riparla di centrali nucleari.

Ora, senza voler fare alcuna guerra di religione contro l’atomo, vien da pensare (e la risposta la lasciamo agli esperti) quale potrebbe essere il risultato, in termini ambientali ed economici, con una politica che obbligasse a istallare il fotovoltaico in tutti i nuovi stabili e ne incentivasse la realizzazione in quelli già esistenti.

E invece? E invece per Berlusconi e Tremonti rien ne va plus. Meno male che in cambio è stata istituita la social card.

Quaranta euro al mese, che vuol dire un euro e 33 centesimi al giorno per chi ha fame. Il quale, se il barista non fa l’esoso, da oggi in poi può contare su un caffè e un cornetto sicuri tutte le mattine. Buon appetito.

Arnaldo Sassi

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