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Santa Rosa - Il consiglio direttivo del Sodalizio dei facchini incalza il dimissionario Capoccioni
"Dove sono i bilanci?"
Viterbo - 29 giugno 2010 - ore 3,00

Roberto Capoccioni
Riceviamo e pubblichiamo - Capoccioni è stato più volte convocato ufficialmente per chiarire alcuni aspetti, tra cui i bilanci relativi al triennio 2004-2006, rimasti a tutt’oggi irrintracciabili, così come la relativa documentazione di entrata e di spesa.

Capoccioni non solo non ha aderito alla convocazione, ma si è guardato bene dal comunicare al consiglio direttivo la sua mancata adesione e le motivazioni.

Quindi un comportamento sicuramente poco consono alla carica che il signore in questione ha ricoperto per quattro anni e mezzo.

Di certo è che non v’è traccia di questi documenti di fondamentale importanza e che sono la testimonianza di una corretta e trasparente gestione.

Ovviamente, la responsabilità va, in parte, condivisa con gli altri membri del consiglio direttivo in carica nel triennio in argomento, in particolare le cariche più alte, che avevano il compito quanto meno di vigilare.

Queste dimissioni sbandierate attraverso i media, infarcite di un’abbondante dose di vittimismo dovrebbero far riflettere e porre degli interrogativi.

Perché l’ex presidente, anziché affidarsi alle colonne dei giornali, non si è presentato dinanzi ai facchini, anche nel corso delle prove di portata, per annunciare la sua volontà di uscire dal Sodalizio e soprattutto spiegarne le ragioni, assumendo un atteggiamento più onorevole, dote imprescindibile di qualsiasi facchino in questo caso e di qualsiasi persona facente parte di associazioni di questo genere sorte esclusivamente per la solidarietà, la trasparenza e l’amicizia.

Forse perché qualcuno gli avrebbe chiesto delle spiegazioni?

E come mai, nonostante, il suo lavorio, il bussare porta a porta dei facchini, la “cordata” da lui fortemente sostenuta, voluta e accuratamente scelta ha ottenuto solo un magro 15%?

E come mai non si è presentato in prima persona alle elezioni poiché non ha mai accennato a soli due mandati da presidente.

Forse perché la stragrande maggioranza dei facchini ha capito e non gli avrebbe confermato la fiducia che in passato riponeva in lui.

Lamenta, Capoccioni, che le modifiche dello statuto siano avvenute troppo in fretta. Assolutamente falso. Abbiamo iniziato a valutare le proposte di modifica dal novembre del 2007 e le modifiche sono state approvate il 2 agosto del 2008.

Se Capoccioni non si riconosce più nel Sodalizio è segno evidente non del cambiamento dell’associazione che rimane tale nella sua essenza e che è proiettata verso traguardi più ambiziosi, sempre nella continuità della tradizione, ma di una sua inadeguatezza o incapacità a rimanere in un Sodalizio che probabilmente non riconosce più lui.

Centinaia di facchini hanno rassegnato le proprie dimissioni con onore e lealtà nel corso degli anni, ma a nessuno mai è venuto in mente di cercare la compassione e la commiserazione del pubblico con questi coups de theatre, perché alla gente non interessa se la Macchina la porta tizio o caio, se il presidente è sempronio o mevio, l’importante è che ci siano i facchini, che la Macchina passi e, soprattutto, che sia onorata Santa Rosa.

Il consiglio direttivo del Sodalizio dei facchini


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