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Santa Rosa - Per la prima volta, a memoria d'uomo, l'ideatore della Macchina manca dalla riunione finale dei Facchini di Santa Rosa
Vittori diserta il raduno
di Giuseppe Ferlicca
Viterbo - 3 settembre 2010 - ore 16,35

I facchini al giro delle sette chiese
Slideshow

Massimo Mecarini, presidente del Sodalizio dei Facchini
Il capofacchino Sandro Rossi
Il sindaco Giulio Marini e il presidente della Provincia Marcello Meroi
L'assessore comunale Vito Maria Guerriero
Il Facchino Mauro Cappelloni
Contaldo Cesarini
I Facchini radunati all'Unione
Rossi e il vescovo Chiarinelli
Loris Granziera
Alcuni immagini del giro
Daniela Bizzarri a Santa Giacinta
La foto di gruppo a piazza San Lorenzo
- Si parte. Dall'Unione inizia il cammino dei Facchini di Santa Rosa, che li porterà questa sera a San Sisto, dove ad attenderli c'è Fiore del Cielo.

Al teatro comunale, un raduno ricco di fede, emozione e nostalgia. Quella che già sente Lorenzo Chiarinelli, al suo ultimo trasporto da vescovo. Per raggiunti limiti di età, dal prossimo anno ci sarà un altro al suo posto.

A lui il presidente del Sodalizio Mecarini invia un saluto caloroso, invitandolo a salire sul palco. “E' il suo ultimo trasporto, ma noi l'aspettiamo sempre”. Invito cui il vescovo risponde commosso: “Quando qualcuno cambia luogo, c'è nostalgia. E io l'avrò sempre per il Sodalizio e per Santa Rosa”. Ai facchini, un'esortazione: “Custodite gelosamente il Sodalizio perché è una formazione solidale. Ed è importante in una società come la nostra”.

Come ogni anno, l'Unione si è colorato di bianco e rosso. I colori dei Facchini. In prima fila le autorità. Che il presidente Mecarini comincia a elencare. Ma l'applauso tarda di qualche secondo. “Manca il cartello applausi – scherza – dal prossimo anno lo metteremo”.

Un saluto per tutti. Presenti, ma anche gli assenti: l'ideatore di Fiore del Cielo Arturo Vittori e in tedesco per Andreas Vogler. Ma l'applauso più fragoroso arriva quando risuona nella sala il cognome che vuol dire Sodalizio. Celestini. Lorenzo e Nello.

Santa Rosa è amore e devozione. Il pensiero di Mecarini va a quattro facchini in particolare: Gianni, Antonello, Antonio e Luca. Il primo è il fidanzato di Consuelo, la ragazza tragicamente scomparsa nell'incidente sulla Commenda. Gli altri tre hanno perso la loro madre pochi giorni fa. Ma oggi sono pronti, pur nel dolore, ad andare sotto la Macchina.

Stasera a piazza del Comune, la girata sarà anche per Consuelo. Il capofacchino Sandro Rossi lo ricorda intervenendo. “Nel momento dello sforzo massimo, penseremo a chi non è più con noi”.

Per Marcello Meroi è la prima volta da presidente della Provincia e insieme a lui ci sono diversi assessori in platea, Bianchini, Fraticelli e Simeone. Il sindaco Marini, invece, ormai ci ha fatto quasi il callo. E si complimenta a modo suo per l'oratoria di presidente del Sodalizio e del capofacchino. “Sono diventati bravi, questi ci rubano il mestiere”. Magari un cambio.

Il prefetto Carmelo Aronica sale sul palco con una cravatta rosa. “Qualcuno me lo ha fatto notare – scherza – aspetto in regalo quella dei Facchini”. Che arriva poco dopo. Così come per il rappresentante dell'Unesco Morales, per il quale la festa di Santa Rosa fa parte del patrimonio immateriale e va preservata. Con l'augurio che diventi patrimonio dell'umanità. Sarebbe un bel riconoscimento. In attesa del quale, arriva un bel regalo.

L'opera “Avanti con sentimento” del professor Tagliafierro con i facchini in primo piano e dietro le ultime Macchine.

Un'emozione dietro l'altra. Il tempo stringe. “Vi vedo pronti – dice il costruttore Loris Granziera – noi lo siamo”. Quindi si parte. Fuori la banda è pronta per intonare l'inno. Inizia il giro delle chiese.

Dopo la corona al monumento in piazza della Repubblica, si passa a Sant'Angelo, in Spatha. Alla chiesa di Santa Giacinta Marescotti, al monastero, come sempre i Facchini ricevono dalle suore una foglia della pianta fatta trovare dalle suore. La porteranno con loro in segno di buon auspicio, durante il trasporto.

Quindi Santa Maria Nuova, la Trinità, San Francesco, fino al santuario. Poi il ritiro al convento dei Cappuccini, dove resteranno fino alle 20,30. Poi via, verso San Sisto. Dove c'è la Macchina ad attenderli e una città pronta a incitarli, a gioire e sostenere insieme a loro una fatica così grande, eppure così straordinariamente bella.


Santa Rosa - Alcuni si sono posizionati già da ieri sera
La lunga attesa è cominciata
Viterbo - 3 settembre 2010 - ore 13,55


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