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Aeroporto - Alcuni lettori intervengono sui tempi di percorrenza Roma-Viterbo
Ma questi conti non potevano farli prima?
Viterbo - 8 ottobre 2010 - ore 4,00

- Il sindaco Marini qualche giorno decise di farsi il viaggio Viterbo-Roma con il cronometro alla mano.

Partendo alle 6,25 da Porta Fiorentina è arrivato alla stazione di San Pietro alle 7,55. Un'ora e 31 minuti, che comprende tutte le fermate.

"Una tempistica - aveva commentato il sindaco - che con qualche accorgimento tecnico, può ancora essere migliorata e raggiungere dati più che utili alla nostra ricerca di un collegamento ottimale e funzionale all'aeroporto viterbese".

Questo episodio ha provocato in questi giorni un dibattito acceso. Alcuni concordano con Marini, altri si sono addirittura dichiarati offesi da questo esempio un po' semplicistico del primo cittadino.


Di seguito riceviamo e pubblichiamo altre lettere sull'argomento - Si parte! E partiamo da questa notizia: "Si può fare. Raggiungere in treno la Capitale in poco più di un'ora è possibile" Ad affermarlo l'assessore all'Aeroporto Giovanni Bartoletti.

Questa meravigliosa dichiarazione dell'assessore, diventato tale per l'Aereoporto che non vola, è stata fatta congiuntamente al sindaco Marini dopo aver raggiunto Roma con il treno, partendo dalla stazione di Porta Fiorentina.

E' una dichiarazione di disprezzo totale nei confronti di chi quotidianamente o saltuariamente utilizza la ferrovia Roma Viterbo e viceversa, di chi nulla sa dei percorsi da calvario, dei ritardi senza giustificazione e senza annunci, delle corse e delle stazioni soppresse, della perdita di tempo ed energie nel tentativo di mediare con i diritti inderogabili del cittadino.

In compenso è nostro dovere, viaggiare muniti di biglietto, abbonamento, obliterare, stare zitti e mugugnare fra noi, trovare un passaggio, ricorrere alla macchinetta che non c'è, arrivare al lavoro, che non c'è, in orario. E dire che la Ferrovia Capranica Civitavecchia Orte "strisciò la notizia"?

Bene, care itituzioni e amministrazioni che avete a cuore solo i vostri affari, un appuntamento esiste, non è un progetto, è un invito venerdì 8 ottobre a San Martino al Cimino palazzo Doria Pamphili, a partire dalle 16.

Doriana Goracci
Capranica


Gentile redazione,

ringrazio per la pubblicazione della mia precedente mail relativa a "Marini col cronometro".

Osservando la solerzia con cui in tanti stanno cronometrando la durata dei viaggi da Viterbo a Roma (di cui potrei parlare a lungo vista la mia lunghissima esperienza di pendolare), non posso fare a meno di evidenziare che quanto sta accadendo oggi, tre anni dopo l'assegnazione da parte del ministero di Viterbo come sede sostitutiva del secondo scalo romano, avrebbe dovuto avvenire almeno tre anni prima...

Mi spiego meglio: in un paese normale, quando si realizza una grande opera che appare impossibile ai più, c'è sempre qualcuno (un "visionario") che prima degli altri ne intuisce la fattibilità.

Allora sì che vedrei un sindaco "visionario", che, contro il parere di tanti, si arma di cronometro, verifica personalmente la fattibilità di un'opera nei suoi vari aspetti, per poi parlarne prima all'ad delle ferrovie ("ho verificato personalmente i tempi, secondo me con un piccolo sforzo potrebbe essere fattibile raggiungere Roma in un'oretta, me ne può dare conferma tramite i suoi competenti ingegneri?"), e, alla risposta positiva, va poi all'Enac ("abbiamo già una bella pista, le Ferrovie ci hanno assicurato che con piccole modifiche in un'ora di treno si può raggiungere Roma centro"), e alla ulteriore risposta positiva, va al ministero ("abbiamo i pareri favorevoli di Enac e Ferrovie, in un anno sarebbe operativo, ci assegnate l'aeroporto?").

Tutte cose che sarebbero dovute avvenire prima.

Il fatto che avvengano dopo, lascia effettivamente sgomenti (ma non troppo)...

Cordiali saluti,

Pierluigi Principi


Vorrei replicare ancora alla lettera di Simone Serafini sulla presunta vicinanza di Roma dal nostro capoluogo, senza introdurre ulteriori spunti di polemica come l’aeroporto che con la discussione iniziale c’entra come i cavoli a merenda.

La discussione verte sul fatto che la distanza Roma-Viterbo possa essere percorsa o meno in poco più di un’ora.

Serafini, supportato anche da Mattioli (che evidentemente ha una corsia preferenziale sullo svincolo tra Gra e Flaminia, su cui avrei potuto raccogliere statistiche molto più ricche di quelle presentate e dove ho perso spesso anche mezz’ora solo per entrare nella Flaminia), ha la sua visione "Saxa Rubra-centrica" della capitale; coloro i quali come me e altri pendolari, che optano per il treno o l’automobile, purtroppo, non possono usufruire delle comodità di questo snodo e pertanto hanno un’idea ben diversa di questa distanza.

Il punto non è tanto raggiungere solo quel punto di Roma in un’ora (e poi magari impiegare un’altra ora o più per raggiungere la propria destinazione), ma avere possibilità di scegliere. Tra l’altro, come lo stesso Serafini ammette, questo punto al momento è raggiungibile solo via gomma (auto o bus).

Viterbo ha un collegamento ferroviario che definire da terzo mondo è poco, con tempi di percorrenza medi verso la capitale (88 km di linea tra Porta Fiorentina e Roma Ostiense) che si aggirano intorno alle due ore, tempi che il sindaco Marini deve aver cronometrato con un cronometro guasto: basterebbe avere la volontà di investire nel raddoppio della linea ferroviaria tra Cesano e Viterbo per abbattere i tempi di percorrenza di questa tratta a livelli quanto meno “moderni”: quella linea consente non di raggiungere uno snodo periferico come Saxa Rubra, bensì punti di raccordo con metropolitana e linee urbane ben più nevralgiche come Valle Aurelia (per le zone di Roma a nord), Roma Trastevere (per la zona Ovest), Roma Ostiense (per la zona sud) e persino Termini per tutto il centro e la zona est della capitale.

Oltre, ovviamente, ad essere la premessa per poi permettere la realizzazione dell’aeroporto. Altrimenti, la realizzazione dello scalo aereo a Viterbo (che personalmente non mi auguro, ma per altri motivi che con la discussione, come detto, c’entrano come i cavoli a merenda) rimarrà quello descritto da Maurizio Battista in uno dei suoi divertentissimi sketch

Maurizio Firmani


Non vorrei utilizzare Tusciaweb come un blog per discussioni private, ma avrei alcune osservazioni per il signor Serafini.

Ha mai viaggiato nei convogli della Viterbo-Civita Castellana-Roma? Ritiene fattibile che possano portare in centro i viaggiatori arrivati dall'aeroporto di Viterbo?

"Il Gra, a pochi metri di distanza, non pensate sia uno splendido ollegamento per raggiungere qualsiasi parte del territorio romano, e per giunta senza traffico?". Ma di che stiamo parlando?

"Ad esempio si potrebbe limitare l'emissione di CO2 attraverso l'utilizzo di navette a Gpl o addirittura con batterie al Litio". Ritiene il signor Serafini che la disponibilità di tali mezzi possa realizzarsi prima dell'entrata in esercizio della struttura o dobbiamo affogare nel CO2 dei mezzi attualmente disponibili?

"Non sarà forse il caso di compiere i primi passi mettendo in discussione le nostre abitudini e di conseguenza i nostri limiti?". Molto volentieri, ma non per peggiorare. Sono in strada mediamente per quattro ore al giorno e usufruirei con grande piacere di nuove infrastrutture e mezzi pubblici, ma devono essere disponibili prima di qualsiasi insediamento invasivo come un aeroporto.

Infine, tutte quelle belle ipotesi su energie positive, posti di lavoro, eccetera andrebbero valutate anche in logica di miglioramento della qualità della vita di tutti gli abitanti di Viterbo. E' così sicuro il signor Serafini che i vantaggi siano maggiori dei danni prodotti da un aeroporto?

Saluti

Onofrio Mancino


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