- Riceviamo e pubblichiamo una bella e intelligente lettera di una studentessa del classico Buratti che replica a un'altra lettera di uno studente delle scuole medie che ci aveva scritto nei giorni scorsi. Insomma un dibattito tra studenti che non può non farci piacere ospitare. Anche per la civiltà con cui le posizioni, pur dure come prevedibile, sono espresse.
Caro studente della terza media di Bagnoregio, è una studentessa del liceo classico Mariano Buratti di Viterbo che ti scrive.
Una di quelle studentesse, che alle 8.05 stanno in classe, quindi una che non ritarda, ma allo stesso tempo una che ieri ha protestato.
In quanto tu non frequenti il nostro liceo, e considerato il fatto che sei ancora uno studente delle scuole medie, nonostante io apprezzi tantissimo il tuo interesse nei confronti delle problematiche scolastiche, si spiega la tua disinformazione e la semplicità con cui affronti largomento, limitandoti a descriverci come dei qualunquisti,indisciplinati, ritardatari e a sostenere il rispetto delle regole in modo unilaterale.
Vedi caro, la legalità è una questione molto delicata e difficile, e gli adulti dovrebbero essere i primi a fornircene un esempio, non adottando metodi repressivi nel caso in cui le regole non siano rispettate, ma trovando una soluzione valida che risolve i problemi. E non mettere tappi. Una soluzione che non crei un muro, perché i muri sono stati e saranno sempre abbattuti, perché escludono il dialogo, la possibilità di risolvere il conflitto in modo nonviolento, e generano repressione. La quale a sua volta genera RIBELLIONE, a mio avviso necessaria in questa situazione.
La nostra protesta (entrare tutti con 5 minuti di ritardo) infatti è nata nel momento in cui la preside, ha deciso di chiudere i cancelli, determinando quindi di fatto uninterruzione di pubblico servizio, non intervenendo a mio avviso nel modo giusto e LEGALE visto che vi piace tanto questa parola
Ma la cosa più triste sono state le catene, la nostra scuola non è un carcere
la NOSTRA scuola è nostra, è uno spazio libero, pubblico, in cui tutti gli studenti possono entrare e uscire nel rispetto del regolamento interno, il quale permette lentrata posticipata con il permesso.
Per cui noi siamo daccordo sul fatto che sia necessario il rispetto dellorario dentrata, ma vogliamo che la preside prenda altre misure qualora le regole non venissero rispettate.
Queste misure devono essere discusse allinterno del consiglio distituto, per una questione di democrazia E PER IL RISPETTO DELLE REGOLE...
LA LEGALITA NON PUO ESSERE UNILATERALE, abbiamo tutti regole da rispettare, preside compresa.
Io continuerò ad entrare in orario, ma voglio i cancelli aperti a qualsiasi ora.
Poi possiamo discutere sulle modalità dintervento da attuare nei confronti dei ritardatari; modalità che devono insegnare il rispetto e limportanza della puntualità, responsabilizzare
Non si può mandare sulla strada un ragazzo facendogli perdere un giorno di scuola per qualche minuto di ritardo.
La scuola non è un treno, che se arrivi in orario lo trovi, altrimenti no.
La scuola è un luogo educativo, il secondo dopo la famiglia, che ci deve aiutare a crescere, non REPRIMERE.
CI DEVONO INSEGNARE A GESTIRE UN CONFLITTO IN MODO NONVIOLENTO, NON CHIUDERE IL CANCELLO E FARE FINTA CHE IL PROBLEMA NON ESISTE.
TROPPO FACILE EDUCARE QUELLI PUNTUALI, E MANDARE VIA CHI FA RITARDO,
IL VOSTRO COMPITO, E LA VOSTRA SFIDA CARI PROF E PRESIDI SONO PROPRIO QUEI RAGAZZI .
RAPPRESENTANTE DELLA CONSULTA PROVINCIALE DI VITERBO
(studentessa quasi sempre puntuale)
ELISABETTA SCHINTU