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Operazione Miniera d'oro – Interrogato Mancini – Gli avvocati presentano istanza di scarcerazione
“Ma quale tangente? E’ solo una parcella”
Viterbo - 13 ottobre 2009 - ore 4,45

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L'area della cava
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Operazione Miniera d'oro – Interrogato Mancini – Gli avvocati presentano istanza di scarcerazione
“Ma quale tangente? E’ solo una parcella”
Viterbo - 13 ottobre 2009 - ore 4,45

- “Ma quale tangente? È solo una parcella”. Parola di avvocati difensori.

Si è svolto ieri pomeriggio, alle 16, l’interrogatorio del sindaco di Civitella D’Agliano, Roberto Mancini, arrestato giovedì scorso dalla Forestale per corruzione.

Il primo cittadino di Civitella è comparso davanti al gip Gaetano Mautone e ai pm Stefano D’Arma e Fabrizio Tucci. Con lui, c’erano anche i suoi legali, Alfredo Trotta e Michele Guerriero.

Quest’ultimo si è detto ottimista sull’esito dell’interrogatorio.

Il mio assistito ha risposto tranquillamente alle domande dei pm e del gip – ha spiegato l’avvocato Guerriero -. Non è stato un terzo grado incalzante. Mancini ha spiegato come sono andate le cose. Quella che è stata chiamata “tangente” è in realtà il frutto di un’attività professionale remunerata del mio cliente”.

Il sindaco di Civitella, infatti, arrestato nell’ambito dell’operazione Miniera d’oro, è accusato di aver ricevuto una tangente da 20mila euro dall’imprenditore Domenico Chiavarino, anche lui in carcere. In cambio, Mancini avrebbe dovuto far passare per bonifiche agrarie un’attività estrattiva.

Ma il suo avvocato smentisce la ricostruzione degli inquirenti.

“Chiavarino ha emesso fatture a fronte di un’attività professionale svolta da Mancini – ha detto l’avvocato -, per questioni relative ai rapporti tra l’imprenditore e alcuni proprietari terrieri locali. Il mio assistito è geometra. Il suo studio ha svolto un lavoro e ha ricevuto un certo compenso”.

Secondo l’avvocato Guerriero è la stessa ipotesi accusatoria a non funzionare.

L’accusa di corruzione non regge – sostiene -, anche perché non stiamo parlando di una cifra da capogiro, ma di “soli” 20mila euro. E inoltre mi chiedo quale sia l’esigenza cautelare della procura. Non c’è motivo che Mancini rimanga in carcere. I fatti di cui stiamo parlando risalgono al 2006. Non vedo come potrebbe inquinare le prove”.

La strategia difensiva di Guerriero e del suo collega Trotta, quindi, è presentare un’istanza di scarcerazione. Istanza che sarà formalizzata questa mattina, come anticipato ieri, nel corso dell’interrogatorio.

Il gip ha al massimo cinque giorni di tempo per decidere. Tenendo conto anche del parere dei pm D’Arma e Tucci, che potrebbe arrivare nel giro di due giorni.

“Non siamo spaventati – dice l’avvocato Guerriero -. Abbiamo fiducia nel gip Mautone.

E se dovesse andar male stavolta, presenteremo a breve un’altra istanza di scarcerazione. Quello che più addolora il mio cliente è il comportamento spiacevole di alcuni esponenti dell’opposizione radicale, che stanno cavalcando l’onda del suo arresto.

Un po’ di rispetto non si nega a nessuno. Senza contare che la sua colpevolezza è tutta da dimostrare.

Chi conosce Roberto Mancini sa che un’accusa di corruzione è totalmente fuori dalla sua logica”.

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