Riceviamo e pubblichiamo
- Faccio i migliori auguri a Donato Antonellis per la sua riconferma alla guida dell’Associazione Medici Dirigenti Anaao-Assomed del Lazio.
Ha fatto bene Donato Antonellis a mettere al centro della tavola rotonda di ieri, cui ho partecipato insieme ad altri politici, il tema del deficit della sanità.
Sarò quello della sanità il banco di prova della nuova amministrazione Polverini ma anche dell’intera classe politica della nostra Regione che dovrà dimostrare se è pronta al grande salto del federalismo fiscale o meno.
Nel Lazio c’è un sistema sanitario che strutturalmente produce un disavanzo, in media pari a 1,7 mld l’anno, non più compatibile con lo stato di crisi economica.
Se non vogliamo aumentare le tasse sino a un livello che prima o poi la gente ci prenda con i forconi non abbiamo alternativa nel fare tagli strutturali in grado di abbassare la spesa di almeno 1,5 miliardi l’anno.
Senza contare che se partisse il federalismo fiscale la nostra Regione avrebbe nel migliore dei casi almeno 2 miliardi in meno all’anno di finanziamenti.
Rispetto al nuovo patto della salute che prevede 4 posti letto per mille abitanti, sia per acuti che per la riabilitazione, noi abbiamo circa 2mila seicento posti letti in più da tagliare. O lo facciamo noi o lo Stato lo farà fare a un commissario esterno.
Da tempo sostengo che nel Lazio ci vuole una cura alla Fitto, e la Puglia dopo la sua cura da Regione canaglia è diventata una Regione virtuosa.
La classe politica si assuma le sue responsabilità e non faccia ricadere sulle spalle dei cittadini, attraverso l’aumento delle tasse, la sua eventuale incapacità di governare.
Anche il sindacato però si deve assumere le sue responsabilità e scegliere la strada della riforma strutturale per contenere la spesa senza fare protesta se qualche piccolo ospedale inutile e dannoso venisse chiuso.
Donato Robilotta
Ex consigliere regionale del Popolo della Libertà
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