::::: Tutto low cost  Tutto viaggi  Tutto automobili
Logo TusciaWeb
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Roma Nord | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | Gallery| TwTv| Corriere2000|



L'alambicco di Antoniozzi - A proposito di Festival Barocco
Siamo tutti d'un sentimento?
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 17 settembre 2010 - ore 3,50

Alfonso Antoniozzi
- Vorrei innanzitutto ringraziare il presidente Meroi per l'attenzione che presta ai miei scritti, per la velocità di risposta e per aver pubblicamente dichiarato il suo sincero interessamento perché il Festival Barocco non finisca nel dimenticatoio dopo tutti questi anni di faticosa sopravvivenza.

Ciò premesso, mi sia consentito aggiungere qualche noterella a margine. Se è vero, come ho scritto, che il Festival Barocco ha svolto un ruolo molto importante per la vita culturale della nostra terra, vale la pena sottolineare come la kermesse sia stata, soprattutto negli ultimi anni, ampiamente disertata dalla stragrande maggioranza del pubblico, tanto che ad alcuni concerti si faticava a superare i trenta, quaranta spettatori. Quanti di costoro poi fossero paganti, non è dato sapere.

Va da sé che qualsiasi sforzo venga fatto dalle amministrazioni per mantenere in vita questa manifestazione risulterebbe davvero vano (se non addirittura uno spreco di energie e danari pubblici) se all'offerta culturale della programmazione non venisse affiancata, come logica vorrebbe, una funzionante macchina pubblicitaria che informi capillarmente la cittadinanza su date e luoghi dei concerti.

Lo scorso anno a chi scrive è capitato, infatti, di aver notizia di un concerto che si sarebbe tenuto al Duomo di Viterbo assolutamente per caso, ossia per aver incontrato due colleghi a spasso lungo il Corso e per aver loro domandato che cosa ci facessero nella mia città. C'erano i manifesti? C'erano. Ma forse erano stati affissi tardi, forse erano troppo pochi, forse la grafica non era particolarmente accattivante e così l'occhio, anche il mio che è particolarmente allenato a informarsi sulle attività culturali della mia città, non ci si era soffermato.

Quello che voglio dire è che se l'esperienza di questi ultimi anni ci insegna che il pubblico va a teatro solo a vedere chi già conosce per averlo visto pubblicizzato sui mezzi di comunicazione di massa, forse la soluzione del problema non sta nell'invitare solo gente famosa, ma nell'utilizzare meglio i mezzi di comunicazione di massa per pubblicizzare efficacemente e con insistenza gli eventi che vengono ospitati.

Questo discorso l'hanno capito bene le compagnie di teatro amatoriale presenti nella nostra città: pubblicizzano i loro eventi con solerte anticipo, battono giustamente la grancassa e fanno sempre il tutto esaurito.

Lo hanno capito molto bene anche sia Caffeina che il Tuscia Opera Festival, che difatti fanno consistenti campagne pubblicitarie.

Chissà perché invece il Festival Barocco ha sempre puntato su pochi cartelloni, peraltro piuttosto funerei nell'aspetto, e ha sempre evitato come la peste di lanciarsi in una capillare campagna pubblicitaria, quasi fosse orgoglioso di rimanere a servizio di un èlite molto selezionata. In alcuni casi trenta, quaranta persone. Di cui quanti paganti, non è dato sapere.

La mia speranza per il futuro ha almeno due obiettivi. Il primo: che una manifestazione come il Festival Barocco sia programmata e pubblicizzata a dovere, magari non mancando di ancorarla un poco più al territorio (Alessandro Stradella, ad esempio, è compositore nostrano, chissà perché a nessuno viene in mente quando si parla di Barocco).

Il secondo: che tutte le iniziative culturali -e non sono poche- presenti sul nostro territorio, dal Festival Barocco alla sagra della frittola, dal Tuscia Opera Festival al lavoro presentato dal gruppo amatoriale, dal saggio di conservatorio a Caffeina, dalle letture di preziosi manoscritti ripescati dal professor Galli alle conferenze ai Quartieri dell'Arte e via discorrendo siano tutti coordinati all'interno di un'unica casa culturale comune.

Sogno, a puro titolo di esempio, che l'amministrazione comunale e provinciale (che peraltro di questi tempi non dovrebbero avere eccessivi problemi di comunicazione essendo del medesimo colore politico) uniscano le loro forze e a ciclo continuo, diciamo ogni quindici giorni, pubblichino un cartellone unitario che pubblicizzi tutto quello che succede nella vita culturale di Viterbo e della sua Provincia. Tutto, indipendentemente dal fatto che sia o meno patrocinato dalle suddette amministrazioni.

Anzitutto perché si smetta di dire che non succede mai niente visto che le cose succedono ma non lo sa nessuno, e poi perché la si pianti una volta per tutte con l'usanza tutta viterbese di guardare solo ai prodotti del proprio misero orticello e si cominci a pensare che tanti orticelli diversi possono costituire un meraviglioso giardino botanico, dove ognuno può non solo soffermarsi a vedere il fiore che preferisce ma magari imparare che di specie viventi, oh sorpresa, ne esistono di altre e di altrettanto belle.

E' arrivato il momento di collaborare. Le risorse sono poche, le idee sono tante ma frazionate, manca un progetto comune.

Ossia manca solo quello che a Viterbo pare succedere solo il 3 settembre: essere davvero, sinceramente e per tutto il corso dell'anno "tutti d'un sentimento".

Alfonso Antoniozzi


Viterbo - Il presidente Meroi raccoglie la provocazione di Antoniozzi e si impegna per il 2011 a tornare alla normalità
Un Festival Barocco a scartamento ridotto
di Marcello Meroi - Presidente della Provincia
Viterbo - 16 settembre 2010 - ore 2,45


L'alambicco di Antoniozzi - La kermesse non ha ricevuto finanziamenti e non si farà più
Il Festival Barocco chiude i battenti
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 15 settembre 2010 - ore 2,30


Copyright 2010 TusciaWeb - Chi siamo

Condividi

-