Carlo Calenda in visita a Viterbo
Carlo Calenda in visita a Viterbo
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Viterbo – “Viterbo è una città d’arte troppo trascurata”. Il leader di Azione, Carlo Calenda, in visita alla città dei Papi sottolinea le potenzialità inespresse del territorio e critica la gestione del palazzo di Donna Olimpia.

Un weekend tutto viterbese per il leader di Azione Carlo Calenda, che ha scelto la città dei Papi come meta turistica e spunto per una riflessione sullo stato del patrimonio artistico. La visita, iniziata con l’esplorazione dei principali monumenti cittadini, ha lasciato nel politico una duplice impressione: da un lato l’incanto dei tesori storici e architettonici, dall’altro l’amarezza per le condizioni di trascuratezza in cui versa gran parte del centro storico.

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“Viterbo è una città d’arte troppo trascurata”, ha scritto Calenda in un post pubblicato su Facebook. “La Pietà notturna di Sebastiano del Piombo, eseguita su disegno di Michelangelo, vale da sola il viaggio, così come il palazzo dei Papi, luogo del primo conclave. Consiglio anche un giro a San Martino al Cimino, voluta da Olimpia Maidalchini Pamphili come un esperimento urbanistico che ricordasse piazza Navona, dove i Pamphili avevano il loro palazzo. Peccato che qui il maestoso palazzo della famiglia romana – gestito dalla regione – sia inspiegabilmente chiuso. Cose che succedono solo in Italia”.

La critica di Calenda non si ferma alla semplice constatazione del degrado, ma punta il dito contro la gestione regionale dei beni culturali. Il palazzo di Donna Olimpia, infatti, è da tempo inaccessibile al pubblico, un simbolo di quella che il leader di Azione definisce “la mancanza di progettualità” che caratterizza la politica culturale del territorio.

La visita di Calenda non è passata inosservata, anche grazie al suo intervento inviato ai telegiornali nazionali, in cui ha affrontato il tema delle aggressioni alle forze di polizia. Per i più attenti, lo sfondo scelto dal politico per il suo discorso era proprio la città dei Papi, quasi a sottolineare la necessità di riportare l’attenzione su Viterbo, non solo come teatro di riflessioni politiche ma anche come patrimonio artistico da valorizzare.

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