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Viterbo - Consiglio Comunale - Ma poi approva un ordine del giorno di Udc e FI per modificarla sostanzialmente - Durissimo confronto con le opposizioni
Delibera liberticida, Gabbianelli si arrampica sugli specchi
Viterbo 26 novembre 2005 - ore 6,50
- Avete mai visto un gatto che tenta di arrampicarsi su uno specchio insaponato? Ebbene ieri Gabbianelli, in consiglio comunale, ha tentato una ardua arrampicata sugli specchi e pur dovendo fare marcia indietro sulla delibera liberticida, che proibiva la manifestazioni politiche in concomitanza con i le feste con feste religiose e, udite udite, San Pellegrino in fiore, ha fatto di tutto per non far capire che si trattava di una vera e propria inversione a u.
Il sindaco è arrivato a sostenere che lintenzione della giunta era stata tradita dalla lettera della delibera che recitava: Sono tassativamente vietate le manifestazioni di natura politica e sindacale allinterno degli spazi pubblici (vie e piazze) posti allinterno della cinta muraria in occasione e per tutta la durata di eventi festivi, religiosi e popolari strettamente radicati nella tradizione storica e socioculturale di tutti i viterbesi ed in ogni caso in occasione di festività Pasquali e Natalizie, S.Pellegrino in Fiore,
Settembre Viterbese.
Gabbianelli ha sostenuto senza nemmeno un pizzico di ironia che Non cè stato nessuna intenzione di precludere i diritti di nessuno. Si è voluto solo regolamentare e dare una divisione per luoghi delle manifestazioni.
Un Gabbianelli a tratti anche minaccioso, quando ha sottolineato che con il ricorso al Tar ci si mette su una strada che non dà serenità e impedisce di trovare una soluzione in consiglio.
Il sindaco si è visto ieri costretto, data lassurdità della delibera, dopo, un primo tentativo fatto qualche tempo fa di darne una interpretazione meno estensiva, ad ammettere che forse qualche termine poteva essere non del tutto corretti.
In sintesi, il sindaco ha sostenuto che la lettera della delibera tradiva lintenzione della giunta. Come dire una marcia indietro su tutto il fronte.
Una marcia indietro che sarebbe stata più dignitosa se fosse stata accompagnata da una ammissione di errore.
Sbagliare è umano. Nessuno se ne sarebbe lagnato più di tanto.
E invece no: la giunta Gabbianelli non sbaglia. Salvo poi negare la lettera di una delibera che non dà adito a nessuna interpretazione. Se non quella immediatamente evidente.
Una tesi quella di Gabbianelli a dir poco assurda, che se ogni volta che si legge una delibera si dovesse andare a vedere cosa pensava veramente lorgano che la emana, invece di far amministrazione si farebbe gli psicologia spiccia.
Prestininzi (Rc) ha ricordato che non ci potevano essere interpretazioni diverse dalla lettera della delibera, visto che per due volte lamministrazione ha negato Rifondazione, durante il Settembre viterbese, due metri per uno a piazza delle Erbe per raccogliere firme.
Altrettanto ha sostenuto Mancinelli (Ds), che ha fatto ricorso al Tar per far annullare la delibera, ed ha presentato un ordine del giorno in cui si impegnava la giunta a revocare la delibera. Ordine del giorno da cui è scaturito il dibattito di ieri.
Nel centrodestra Udc e Forza Italia hanno presentato un altro ordine del giorno in cui si invita la giunta a modificare la delibera e quindi a renderla innocua e compatibile con la costituzione.
In particolare Gigli ha fatto un tentativo di raggiungere un accordo di tutto il consiglio. Tanto che i lavori sono stati interrotti per vedere di dar vita a un ordine del giorno unitario.
Ma non cè stato nulla da fare. Evidentemente qualcuno ha puntato i piedi.
Alla fine si andati al voto sui due documenti separatamente.
Con la maggioranza di centrodestra che ha approvato lordine del giorno di Udc e Forza Italia con alcune modifiche secondarie. E la minoranza che ha votato contro. Bocciato, ovviamente, lordine del giorno di minoranza.
Al di là del voto una cosa è certa: Gabbianelli ha dovuto fare marcia indietro, anche perché un pezzo della sua maggioranza Udc e Forza Italia non condivideva lassurda delibera.
Allinizio di seduta il sindaco, ieri in vena di esternazioni, ha riferito al consiglio di un suo incontro con il cda del Cev. Ed ha fatto una analisi della situazione della società. Il sindaco ha in particolare sottolineato, per quanto riguarda laffidamento dei lavori di via Marconi, che le delibere dellAutorità di sorveglianza dei lavori pubblici non sono sentenze definitive e che spesso sono state contraddette dal Tar a cui il Cev ha fatto ricorso.
LAutorità di sorveglianza dei lavori pubblici era intervenuta ravvisando violazioni delle norme di affidamento dei lavori.
Per quanto riguarda i 700 mila euro di sbilancio del Cev, il sindaco ha spiegato che sono dovuti, in gran parte, allestensione dei servizi e al loro basso costo, e che quindi è normale che siano ripianati dal comune.
Ma la cosa veramente interessante è che Gabbianelli ha praticamente accolto la proposta di Angelo Allegrini (Margherita) di far uscire i privati dal Cev,
In questo modo - ha detto Gabbianelli - la società sarà idonea per i futuri impegni.
Nel corso del dibattito, su uno dei punti allordine del giorno, il capogruppo Fabbrini ha annunciato che la Margherita non parteciperà più alle votazioni su questioni inerenti lurbanistica. Questo, fino a quando non verranno chiariti i criteri adottati dallamministrazione in questo campo.
Il consiglio ha approvato il piano di insediamenti produttivi a Grotte di Santo Stefano e, con il voto contrario delle minoranze, la variante di piano particolareggiato a Santa Barbara, con la quale si trasformano una parte delle cubature da commerciali ad abitative e il comune riceve in cambio la costruzione di una rotonda.
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