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L'alambicco di Antoniozzi
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi
Che periodaccio...
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 11 dicembre 2008 - ore 0,15
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi
Quando non si buttava il pane
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 4 dicembre 2008 - ore 0,45
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi
Centrostorico, l'Unione e... l'amianto
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 27 novembre 2008 - ore 0,30
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi
La immaginate Elisabetta d'Inghilterra a fare battutine?
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 14 novembre 2008 - ore 1,30
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi
Il luogo dei sogni
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 6 novembre 2008 - ore 2,15
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi
Senza Ryan Air, un aeroporto al 30 per cento
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 30 ottobre 2008 - ore 1,20
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi da Londra
Via Marconi meno la vedi e meglio stai
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 23 ottobre 2008 - ore 1,30
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi da Londra
I miei dubbi sull'aeroporto
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 16 ottobre 2008 - ore 1,30
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi da Londra
A vestire... impariamo dagli inglesi
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 10 ottobre 2008 - ore 1,30
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi
Gli altri siamo sempre noi
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 25 settembre 2008 - ore 1,30
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi
Mi ha detto il cigno...
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 25 settembre 2008 - ore 0,30
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi
Che periodaccio...
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 11 dicembre 2008 - ore 0,15

Il cantante lirico
Alfonso Antoniozzi

- Mala tempora currunt, ovvero che periodaccio signora mia! 

A guardarsi in giro sembra essere tornati indietro di mille anni, e l'unica consolazione possibile è che noialtri viterbesi abitiamo in una città medievale e quindi se non altro potremmo cavalcare l'onda e andare in giro vestiti come i nostri progenitori, tanto la scenografia è bella e pronta, giusto il tempo di uscire di casa e siamo a posto (per i costumi rivolgersi con fiducia alle buone clarisse).

Prendete ad esempio quello che è successo all'Onu: la delegazione Vaticana rifiuta di firmare un documento che condanna i Paesi che discriminano e perseguono gli omosessuali dicendo che "firmarlo significherebbe rischiare gravi discriminazioni nei confronti dei Paesi in cui l'unione tra persone dello stesso sesso è ancora vietata".

Come dire che non si può mica discriminare chi discrimina, perbacco, non siamo mica talebani, un po' di libertà di espressione.

E la gente che fa? Si preoccupa, ovviamente. Si preoccupa dell'aumento dell'Iva sull'abbonamento Sky.

Il giorno dopo, la delegazione Vaticana rifuta di firmare un altro documento Onu sui diritti delle persone disabili perché il documento in questione non contiene un divieto esplicito dell'aborto.

Reazioni scomposte da parte dell'opinione pubblica. Perché? Ovvio, perché non escono i numeri del superenalotto, il che però non provoca una flessione delle code davanti ai tabaccai che ormai non smerciano più sali e sigarette ma grattaevinci e tagliandi della fortuna, beni di consumo irrinunciabili e fonte di spesa quotidiana di cui nessuno pare lamentarsi.

Dopo l'arresto di due marocchini musulmani la lega propone lo stop alle moschee perché "è difficile distinguerle dai centri di appoggio ai terroristi", ovvero una moderna versione riveduta e corretta del celebre "mamma li turchi!".

L'opinione pubblica è divisa sulla questione sollevata da Maroni e, in tema di libertà religiose, si pone perplessa un quesito: come facciamo ad andare in vacanza a Natale malgrado la crisi? Chiediamo un prestito a una finanziaria o ci facciamo ospitare da amici?

Il capo del Governo propone di regolamentare internet, che è un modo un po' più simpatico di dire "regolamentiamo la libertà di espressione", e torna allo studio di Montecitorio un interessante disegno di legge (già defunto sotto il governo Prodi) per tappare la bocca ai blog obbligandoli a registrarsi al registro operatori della comunicazione.

Sgomento da parte dei cittadini nell'apprendere la notizia di cui sopra che tutti i telegiornali hanno lanciato come segue: un'ondata di maltempo flagella la Penisola. 

Una voce solitaria spiega ai figli della riforma Moratti che la Penisola sarebbe l'Italia e tenta di sedare gli animi dicendo che a novembre e dicembre appare logico un po' a tutti che faccia freddo e piova, ma viene zittito immediatamente al grido di "voi comunisti avete rotto le palle".

Ogni giorno in Italia si verificano 633 incidenti stradali che provocano la morte di 14 persone e il ferimento di 893. In totale nel 2007 abbiamo visto 230.871 sinistri con 5131 persone morte e 325.850 feriti. Un eventuale attacco di Al Qaeda a noi ci fa un baffo a tortiglione.

L'opinione pubblica è concorde: è stata la Franzoni, e tutti restano in trepidante attesa di un plastico di Vespa con la signora di Cogne che guida contromano in autostrada da Reggio Calabria ad Aosta e ritorno.

Due milioni di morti per Aids nel mondo solo lo scorso anno, ogni giorno 7500 contagiati, 33 milioni di sieropositivi. L'ultima campagna di prevenzione promossa dallo stato italiano risale a qualche anno fa (con l'eccezione di quella, molto precisa e dettagliata, della Turco che però hanno visto in due) ed era la seguente: silhouette di lui e lei sotto una tenda canadese che si tenevano per mano con lo slogan "la prevenzione comincia da noi stessi".

I quattro cittadini italiani che hanno capito il messaggio si sono affrettati a cancellare il campeggio estivo e si sono scapicollati a comprare dei guanti di lana che usano in tutti i loro rapporti sessuali, occasionali e non.

E siccome non ci facciamo mancare niente: un mese di chiacchiere locali e titoloni a sensazione sui supposti rapporti con donnine allegre di qualche nerboruto viterbese in gita a Milano e conseguente narrazione dell'accaduto a un gruppo di ragazzini, con mamme scandalizzate e mogli dimentiche dell'adagio che recita "fare chiasso per un tradimento equivale a dorarsi le corna perché tutti le ammirino".

Ora tutto è rientrato. Le mamme scandalizzate hanno avuto la loro vittoria, i figlioli possono tornare sereni a cliccare su www.guardamitutta.it o a gustarsi uno di quei bei film alla Tv dove non si vede nemmeno una tetta ma i protagonisti si scannano che è un piacere (curiosamente la nostra cultura trova che il sesso sia più inaccettabile della violenza), l'onore delle mogli è salvo, e le donnine allegre che abitano a Viterbo ce la metteranno tutta per essere all'altezza delle colleghe meneghine, a costo di adeguarsi alla crisi e abbracciare la formula "paghi uno, prendi sei".

Che periodaccio, davvero!  Sembra che le priorità che la facevano da padrone fino a una decina di anni fa siano scomparse nel nulla, per lasciare il posto appunto al nulla più assoluto, un po' come se fossimo nella scena finale della "Storia Infinita" di Michael Ende e senza intravedere all'orizzonte neanche uno straccio di Fortunadrago che ci metta in salvo sulla sua groppa.

Alfonso Antoniozzi

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