- Le Ipab sono degli istituti di pubblica assistenza che per fini statutari dovrebbe fare assistenza ai più poveri ed emarginati, in base ai proventi che gli derivano dalla gestione di donazioni immobiliari ricevute negli anni per questi scopi.
A Roma le Ipab, come il S. Alessio, il San Michele, il Santa Maria in Aquiro, solo per citarne alcune tra le più grandi, hanno un ingente patrimonio immobiliare di migliaia di appartamenti, dal valore di miliardi di euro, che viene mal gestito con metodi spesso clientelari e senza nessuna valorizzazione.
Insomma invece di fare assistenza oggi i consigli di amministrazione delle Ipab si dedicano esclusivamente alla gestione del patrimonio immobiliare.
Non succede niente di più e niente di meno di quel che succede con le case popolari dell’ater, della Regione del Comune e di qualsiasi altro ente pubblico.
Questo patrimonio invece andrebbe messo a rendita, messo a frutto, andrebbe portato sul mercato, perché le Ipab non devono fare assistenza con il patrimonio, ma ricavarne il massimo possibile per avere più risorse da dedicare all’assistenza gratuita agli anziani ed ai più bisognosi.
Per fare questo occorre togliere alle varie Ipab tutta la gestione del patrimonio immobiliare, affidarlo ad un’unica società pubblico-privata, o anche solo pubblica, ma che abbia il vincolo di legge di valorizzare il patrimonio con canoni solo di mercato ed anche eventuali vendite.
Alle varie Ipab andranno in percentuale una parte degli introiti, proporzionali al patrimonio che hanno conferito, per fare assistenza
Questo è il punto centrale e dirimente, che non è previsto nel testo della giunta, della mia proposta di legge sulle Ipab, che giace da due anni nei cassetti del Consiglio, e sulla quale l’intera opposizione è intenzionata a confrontarsi con la giunta.
Marrazzo però commissari subito il S. Alessio perché la vendita del terreno ad una società in cui sono presenti dirigenti dello stesso ente è una irregolarità gravissima, anche perché ha commissariato 5 ipab solo per mancato rinnovo organi, altrimenti ci costringerà a presentare una mozione per mandare via l’attuale vertice, contestato anche dalla Presidente del Comitato di sorveglianza, nominata dallo stesso Marrazzo, che nel frattempo si è dimessa.
Donato Robilotta
Capogruppo alla Regione Lazio di Sr-Pdl
|