Riceviamo e pubblichiamo
- E’ fatto estremamente positivo che il ministro Turco nelle linee guida sulla legge 40 abbia cancellato il divieto della diagnosi reimpianto, applicando così anche sentenze di alcuni Tribunali amministrativi.
Era un divieto assurdo e obbrobrioso, dal momento che la diagnosi preimpianto è prevista dalla legge sull’aborto, che obbligava le coppie italiane ad andare all’estero, ed ora bisogna aprire un serio confronto in Parlamento, senza steccati, per eliminare l’altro obbrobrio del massimo previsto di tre ovociti da impiantare, un numero troppo basso che riduce la possibilità di una gravidanza e costringe le donne a sottoporsi a più cicli che sicuramente non fanno bene alla loro salute.
Durante la discussione sulla legge 40 Forza Italia lasciò libertà di voto secondo coscienza, e molti dirigenti, anche autorevoli, e parlamentari parteciparono alla raccolta delle firme per il referendum abrogativo.
Lo stesso Fini ebbe nei confronti del referendum un atteggiamento molto laico tanto da dichiarare di votare a favore di un paio di quesiti.
Per questo lancio un appello a tutti i laici, socialisti, riformisti e liberali, eletti nelle file del Popolo della Libertà nel nuovo Parlamento a far sentire la propria voce per impedire che il prossimo Governo Berlusconi metta mano in maniera negativa alle linee guida reintroducendo la diagnosi preimpianto e soprattutto per modificare in Parlamento quelle parti della legge 40 che sono in contrasto con il diritto alla maternità e non considera come malattia la infertilità.
Donato Robilotta
Capogruppo alla Regione Lazio di Sr - Popolo della libertà