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Consiglio regionale del Lazio
Passa il regolamento cessione e gestione beni Arsial
19 febbraio 2009 - ore 16,30

- Un passo è stato compiuto questa mattina alla Pisana verso la regolamentazione organica dell’alienazione e della gestione del patrimonio dell’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio (Arsial).

La commissione Agricoltura del Consiglio regionale, presieduta da Mario Perilli (Pd), ha espresso parere favorevole all’unanimità sulla proposta di regolamento per la “valorizzazione” di terreni, immobili, stabilmenti e infrastrutture dell’Arsial. Lo schema torna ora in Giunta per le modifiche che tengano conto delle osservazioni emerse durante la seduta odierna.

“Siamo ad un passaggio molto importante – ha detto Mario Perilli – il regolamento da un lato valorizza il patrimonio pubblico, consente risposte ad aspettative talvolta decennali e di risolvere situazioni paradossali. Dall’altro rappresenta una spinta per lo sviluppo agricolo, la tutela dell’ambiente e consentirà di far chiarezza sulla titolarità di alcuni beni pubblici come strade, fogne o acquedotti di campagna.

Abbiamo introdotto alcune osservazioni – ha aggiunto il presidente dalla commissione – la principale è che i terreni, i casali e i fabbricati ad uso agricolo dell’Arsial, una volta ceduti ai privati, dovranno mantenere la destinazione agricola per almeno dieci anni. Violare questa prescrizione significherà la nullità degli atti”.

Il provvedimento, costituito da 23 articoli, ha come elemento centrale la distinzione in tre assi del patrimonio Arsial: i beni con destinazione agricola, quelli di pubblico interesse (tra cui ad esempio strade e acquedotti rurali) e quelli con destinazione diversa dalle due precedenti. Per essi sono previste diverse forme di “valorizzazione”: dalla vendita alla concessione, fino alla locazione. L’orientamento è quello di mantenere di proprietà pubblica, oltre a quelli di uso pubblico, anche quelli di particolare pregio storico o ambientale.

Le osservazioni introdotte riguardano soprattutto l’accorciamento di alcuni tempi tecnici e – per iniziativa di Enrico Fontana (Verdi) – sono state introdotte garanzie decennali circa la destinazione agricola (oltre al divieto di vendita) dei terreni e immobili che saranno ceduti ai privati dall’Arsial. Il mancato rispetto di tale prescrizione porterà, come suggerito da Claudio Moscardelli (Pd), alla risoluzione immediata dell’atto. Antonio Luciani (An – Pdl) ha chiesto l’allargamento dei beneficiari delle alienazioni – nel testo originario coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali – anche ai braccianti.

Discussa anche l’opportunità, proposta sempre da Luciani, di prevedere un’anzianità nel possesso di tali qualifiche professionali. L’ipotesi è stata esclusa su osservazione di Giuseppe Parroncini (Pd), Perilli e Fontana: avrebbe ostacolato l’ingresso dei giovani nel mondo dell’agricoltura.

Il beni dell’Arsial – come ha riferito il commissario straordinario dell’Arsial, Fabio Massimo Pallottini, nella precedente seduta – per buona parte sono eredità della riforma agraria degli anni ‘50, cui si sono aggiunti tra gli anni ’70 e ‘80 gli immobili dell’Ersal.

Il patrimonio in questione è abbastanza variegato comprende terreni, casali, immobili, cantine, frantoi, stabilimenti ma anche borghi, strade, acquedotti rurali e residui di terreni con altre finalità. Il regolamento sulla disciplina dell’alienazione e della gestione dei beni immobili di proprietà dell’Arsial è previsto dalla Finanziaria 2006.

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