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Congresso Pd - Sassi in soccorso del perdente - La replica del direttore di Tusciaweb
Panunzi (Fioroni) ultima speranza
Viterbo - 1 dicembre 2010 - ore 2,30

Il mantra del rinnovamento nel Pd

Fioroni non esiste. E, se esiste, non fa politica a Viterbo. E, se fa politica a Viterbo, non appoggia Panunzi.

Se ripeti cento volte il mantra, la tua mente si libererà e diventerai canepinese...

Le immagini di un ex deputato sardo che ogni tanto capita a Viterbo
Riceviamo e pubblichiamo - Caro Carlo,
confesso che sono rimasto molto sorpreso nel leggere sul tuo giornale il commento ai congressi del Pd, che ho reputato – mia opinione personalissima – sbagliati sia nello stile (il dileggio non è mai ironia) che nei contenuti.

Anche perché in quello scritto manca a mio avviso quella che è la cosa più importante, ovverosia l'analisi politica di un partito che a Viterbo non è mai nato e che non ha alcuna intenzione di nascere.

Intendiamoci, qui non si tratta di fare il tifo per qualcuno contro qualcun altro. Qui si tratta di fare il tifo per il Pd nel suo insieme.

Ma ancora una volta questo Pd non è riuscito ad andare al di là della guerra fratricida tra fazioni, nel segno del mors tua, vita mea.

E poco importa se domenica prossima sarà nominato segretario Tizio, Caio o Sempronio, perché magari all'ultimo momento ci sarà un bell'armistizio armato. Un Pd così fatto non è in grado di dialogare con la gente, non è in grado di elaborare nessuna proposta politica, non è in grado neppure di mantenere i consensi che aveva prima, figuriamoci catturare quelli altrui.

Io non voglio fare il difensore di Peppe Fioroni, che dal punto di vista personale conosco come te (e quindi so a memoria i suoi pregi e i suoi difetti, che non sono pochi), ma mi sembra che in quei tuoi commenti tu non abbia centrato l'obiettivo. Coloro che hanno deciso di sostenere la candidatura di Panunzi (che può esserti simpatico o antipatico, questo poco conta) – o almeno una buona parte di essi, e tra questi il sottoscritto – lo hanno fatto con una certezza e con una speranza.

La prima: quella candidatura era il primo tentativo di rompere la logica della triade e di favorire la contaminazione tra ed popolari ed ex Ds.

La seconda: che il segretario designato potesse avere la forza di non fare il solito yes-man telefonico (figura alla quale purtroppo siamo stati da anni abituati e tu ne sei cosciente quanto me).

Una certezza e una speranza dunque, cui aggrapparsi come ultima possibilità per non dire definitivamente addio a un sogno che non si è realizzato e che, con la soluzione che si prospetta, si può mettere definitivamente nel cassetto.

Il sogno di un partito che andasse oltre gli ex popolari e gli ex ds. Invece assistiamo alla cannibalizzazione dei secondi nei confronti dei primi (ma a parti invertite sarebbe stata la stessa cosa).

E poi, va detto che né Egidi, né Dinelli (entrambi bravissimi ragazzi) hanno la forza per poter essere indipendenti dai propri mèntori Sposetti e Parroncini. Al congresso del circolo di Vetralla, nel quale ho preso la parola, ho fatto l'esempio su me stesso, con lo scopo di non voler offendere nessuno, ma con l'onestà intellettuale di chi non vuole mettere la testa sotto il cuscino per non vedere e non sentire. Bene, l'esempio era questo: il sottoscritto svolge il ruolo di redattore capo del Messaggero di Viterbo da ben 16 anni e fino a oggi è stato abbastanza libero nella fattura del giornale.

Ma non perché l'editore del giornale, il noto costruttore romano Gaetano Caltagirone, rappresenti il massimo della liberalità; bensì perché gli interessi del suddetto non hanno mai riguardato la Tuscia.

Ma se domani Caltagirone dovesse decidere di realizzare una mega lottizzazione nel Viterbese, cosa potrebbe scrivere Arnaldo Sassi che da Caltagirone riceve lo stipendio? Qui non si tratta di essere brave o non brave persone. Questi sono fatti oggettivi che hanno il loro peso e che andrebbero valutati prima di mettere persone bravissime nel tritacarne.

Senza accusare poi di voler criminalizzare alcune candidature chi – come vedi con molto riguardo – si permette di far notare la cosa. Ultima chiosa: dovendo scegliere le fotocopie, allora meglio optare per gli originali.

Ti confesso: io non faccio il tifo per Fioroni, non faccio il tifo per Parroncini, non faccio il tifo per Sposetti.

Ho fatto solo un ragionamento politico e credo che lo stesso ragionamento lo abbiano fatto tutti (o quasi, questo te lo concedo) coloro che hanno votato per Panunzi. Tutta gente, ritengo, che merita un minimo di rispetto, perché non tutti – te lo assicuro – sono disposti a portare il cervello all'ammasso.

Dopodiché, la classe dirigente del Pd viterbese faccia tranquillamente le sue scelte. Ma sappia che i voti si possono prendere, ma anche perdere. Per quel che mi riguarda, il partito non è una fede.

Da ultimo degli iscritti rivendico il diritto di dire ciò che penso senza tanti fronzoli e, se la strada che si vuole percorrere non è di mio gradimento, anche quello di restituire la tessera. E, in vista delle prossime elezioni, di guardare verso lidi più confacenti al mio essere e al mio stare in questa società.

Arnaldo Sassi


Debbo dire che ho cercato di leggere con attenzione il tuo intervento ma, deve essere la mia età, non lo capisco.

Ma proprio per la stima che ho, come avrebbe detto don Milani, non faccio sconti. Come si fa tra adulti.

Io sono un uomo di campagna e i ragionamenti troppo sofistici, se non confusi e nebbiosi, non arrivano a mettere in moto le mie sinapsi.

Lascio stare la questione di stile. Io credo solo che Fioroni abbia la spalle grandi da sopportare un po' di sarcasmo feroce. Nessuno ha prescritto a Fioroni di far politica, il sarcasmo sta nel conto.

Mi sembra anche che la "sofferenza" dovuta alla critica, anche pesante, sia ben compensata. Il sarcasmo cattivo è quello verso i deboli. Sgradevole e di cattivo gusto per me è l'ossequio e l'accondiscendenza per il potente di turno. Questi i miei parametri. Ognuno ha i suoi. Tutti sono rispettabili.

Ma torniamo alla politica, che mi sembra appassionarti tanto.

Quello che capisco è che appare molto difficile affermare seriamente che la candidatura di Panunzi sostenuta da Fioroni possa essere la novità. La speranza, addirittura. Sostenere poi che questa scelta sia significativa sul piano strutturale mi sembra una bella favola. Dirlo senza sorridere mi sembra un'impresa difficile.

Ecco la cartina al tornasole: prova ad andare davanti a cento persone e dire senza sorridere: "La candidatura di Panunzi appoggiata da Fioroni darà una svolta alla lotta interna al Pd. Questo è il nuovo".

Se ci riesci ti pago un caffè. Ovviamente non scegliere cento canepinesi del Pd. Non fare il furbo.

Ora se tu vuoi credere alle favole che racconta Fioroni, va benissimo. Ci mancherebbe.

Ma chi può credere, come credi tu, che un Panunzi non sarebbe stato nelle mani di Fioroni quando sarebbero stati i delegati di Fioroni che gli avrebbero garantito l'eventuale segreteria, se avesse vinto.

Perché chi è nelle mani politiche di Fioroni è libero e chi è nella mani politiche di Sposetti e/o Parroncini non lo è?

Forse è vero il contrario: una maggioranza più complessa dà la possibilità al segretario di muoversi più liberamente. Se c'è un imperatore è difficile dirgli di no, soprattutto se l'imperatore può incidere pesantemente, a tutti i livelli, sulle candidature alle prossime politiche o amministrative. E in questo Fioroni è un maestro. E sta al posto giusto.

Io, a 50 anni, non me la sento proprio di far finta di credere ai raccontini privi di senso dell'ex ministro. Il suo racconto della politica locale sì è offensivo. Questo sì è dileggio.

Vedo dal tuo intervento che neppure una volta spieghi in modo credibile perché un candidato voluto da Fioroni e un gruppo di sindaci e amministratori sia meglio di altri. Qui si tratta di scegliere una persona, non una teoria o un raccontino.

Qui si tratta di ricoprire una carica significativa e non mi pare che Panunzi sia adatto. Possono farlo anche Papa, ma non ha, secondo me, la stoffa per fare il leader sia pur provinciale di un partito. Chi ha già abbandonato il suo esercito mentre stava andando in battaglia non può pretendere di averne a disposizione un secondo. Possibile che in questo paese nessun politico possa tornare a fare il suo precedente lavoro, se ce l'ha.

Un mio amico, l'ex sindaco di Varese Raimondo Fassa, un giorno in redazione ci parlò per un'ora di Napoleone. Fassa, da quel raffinato intellettuale che è, ci suggestionò al punto che con il mio amico Giovannelli gli chiedemmo dove fosse ora Bonaparte perché volevamo arruolarci nelle file della vecchia guardia. Non mi risulta che Bonaparte lasciasse le sue truppe da sole. Magari per un ripensamento.

Qui la questione è semplice: si tratta di individuare una persona che guidi un partito. Io non amo il tifo, ma confesso che preferisco chi dice chiaro e tondo chi è e con chi sta.

Magari senza usare la retorica del nuovo. Retorica che quando la si usa per difendere tutto ciò che è vecchio, mi pare incredibile.

La candidatura di Panunzi è certamente legittima, lui sarà una bravissima persona, ma è altrettanto legittimo criticarla. Analizzando le sue capacità e il suo passato politico. Chi si mette in ballo sa che verrà giudicato da tutti. Che cosa c'è di strano?

La cosa veramente fastidiosa è stata l'idea di spacciare candidatura di Panunzi per una candidatura non appoggiata da Fioroni. Certe furbate l'ex deputato sardo se le poteva anche risparmiare. Poteva anche individuare insieme ai sindaci, un candidato più adatto. Magari qualcuno abituato a vincere. Magari uno capace di guidare un partito. Magari uno che desse l'idea di un rinnovamento.

L'altra cosa fastidiosa è questa miserrima cultura politica che mutua da Berlusconi fin il lessico.

Io proporrei di riaprire le Frattocchie, se fosse possibile. Ma come si può disprezzare e non rispettare le regole che ci si dà? Io sono partigiano dello stato di diritto, non tanto della democrazia. Ebbene lo stato di diritto si contraddistingue dal fatto che le regole valgono per tutti. Anche per il re e anche per le sedicenti maggioranze.

Credo che nessuno possa sospettare che io abbia simpatie per Sposetti e i suoi uomini. Quando sento Sposetti, nonostante la buona volontà, mi viene l'orticaria dopo tre minuti. Ma va detto che almeno Sposetti dice chiaro e tondo chi è e cosa fa. Può piacere o meno politicamente.

Si studia bene ogni volta le regole del gioco le usa per vincere, con tutto ciò che può.

Non usa il trucco del candidato non candidato. Dell'appoggio nascosto, come se andando a vedere il dato elettorale non si vedesse cosa accade.

Ecco Dinelli ed Egidi hanno giocato a carte scoperte. Carte che non mi attirano più di tanto. Ma giocare da dietro le quinte per essere sicuri di non perdere in ogni caso, questo mi sembra insopportabile. Triste e patetico.

Poi bluffare sui numeri e sulle regole mi sembra quanto di più vecchio ci possa essere.

Se questo è il nuovo, aridatece la prima repubblica.

Per chiudere. Caro Arnaldo difendere l'indifendibile lo si può fare solo per amore. Ma a me gli ex ministri non piacciono... Che ci posso fare.

Buona fortuna.

Carlo Galeotti


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