- «Da quattro anni, cioè da quando sono in consiglio regionale, denuncio la vergogna delle linee ferroviarie, in particolare della Fr3 Roma-Viterbo.
Ciò, a prescindere dalle logiche di parte, visto che il pendolarismo non ha un colore politico e che dai servizi offerti si riconosce la civiltà di un Paese e delle sue istituzioni.
La Regione ha un contratto con le Ferrovie, profumatamente remunerato, perché vengano garantiti determinati requisiti a favore dei viaggiatori. Ora, è chiaro che esistono dei gravi problemi: quanto avvenuto oggi è solo l’ennesimo, disdicevole, episodio.
Ma è parimenti evidente l’immobilismo dell’amministrazione del Lazio di fronte alle proprie responsabilità. Il mezzo pubblico viene utilizzato solo se conviene.
In questo momento, purtroppo, prende il treno solo chi non ha alternative. È la triste realtà.
Sta alla Regione, nell’ambito delle proprie competenze e alla luce dei milioni di euro stanziati, battersi non tanto per rendere comodi i treni, ma per farli funzionare. A questo basso livello, infatti, siamo arrivati».
Lo ha dichiarato Fabio Desideri dei Cristiano popolari – Pdl, vicepresidente della commissione Urbanistica del Consiglio regionale del Lazio, a seguito di quanto avvenuto oggi sulla Fr3, con i pendolari costretti a camminare per un chilometro a causa del blocco di un treno.
«E viene da sorridere, o da piangere, a pensare – ha proseguito Desideri – che la Fr3 dovrà essere la linea principale di collegamento fra il nascente aeroporto di Viterbo e la capitale.
Immaginiamo battaglioni di turisti approdare nell’Alto Lazio con l’aereo e costretti a raggiungere Roma con le proprie gambe, dopo essere stati lasciati a piedi dal treno».
«La mobilità dovrà essere al centro del programma del Partito della libertà per le prossime regionali», ha concluso Desideri.
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