Senza Filtro -Milioni di euro di danni sono stati causati dall'intensa ondata di maltempo che in ventiquattro ore ha investito vaste aree del centro Italia con forti piogge e grandinate.
La Coldiretti che ha effettuato un monitoraggio della situazione sul territorio, segnala situazioni critiche soprattutto nelle zone della Maremma, dal Lazio alla Toscana, con danni in corso di per la perdita di prodotti agricoli e distruzione di strutture aziendali e viabilità interpoderale.
In provincia di Viterbo fortemente colpita la Maremma dove si è abbattuta la seconda alluvione in meno di un mese con la straripamento dei fiumi Marta e Fiora e di tutti i loro affluenti: tra Tarquinia, Montalto di Castro e Tuscania le acque hanno coperto le colture di seminativi e distrutto le coltivazioni di finocchi e peperoni; a Pescia Romana le serre specializzate nei meloni precoci sono andate distrutte; dove non sono state completate le operazioni di raccolta delle olive gravissimi sono i danni con perdita totale di prodotto, in Maremma difficoltà anche agli ovini per la impraticabilità dei pascoli.
La Coldiretti di Viterbo ha chiesto lo stato di calamità naturale e ha invitato gli organi preposti ad agevolare gli adempimenti per un sistema assicurativo che copra i rischi da calamità naturali e tuteli il reddito degli agricoltori. Nella Maremma in provincia di Grosseto la pioggia ininterrotta per venti ore ha messo in serio pericolo di straripamento il fiume Ombrone; nella zona di Scansano alle piogge torrenziali si è affiancata una grandinata violenta.
Rottura di argini, esondazioni di fossi, campi allagati, frane, crolli alle strutture, strade allagate e interrotte: è il disastroso epilogo di nubifragi e piogge torrenziali, che non accennano a smettere. E la conta dei danni in corso da parte dei tecnici della Coldiretti si assommerà a quella già ingente del 5, 6 e 7 novembre.
La Coldiretti di Grosseto valuta milioni di euro di danni per le infrastrutture viarie ed idrauliche, ma anche per le colture agricole distrutte e per le semine autunnali compromesse. Colpito soprattutto il settore cerealicolo, in particolar modo il grano duro, ma anche serre e diverse orticole invernali in pieno campo. Molti i campi impraticabili, che rendono difficili le future semine. Diverse aziende avevano già provveduto ad acquistare i mezzi tecnici per la semina e si trovano ad aver anticipato inutilmente queste spese.
Violenta tromba d'aria registra la Coldiretti nella zona della valle Tiberina a nord della provincia di Roma che ha messo in allarme le imprese olivicole impegnate nella raccolta delle olive. Anche in Umbria preoccupazione in provincia di Terni per gli allagamenti nella campagne della zona di Spoleto.
Gli inarrestabili mutamenti climatici - evidenzia la Coldiretti - alimentano l'alternanza di periodi siccitosi con altri di piogge alluvionali e l'allarme calamità sta perdendo il carattere dell'eccezionalità per assumere sempre di più i connotati della consuetudine. Per Coldiretti non è sufficiente parlare solo di liquidazione dei danni, ma è fondamentale prevenire queste emergenze che sempre più frequentemente investono il territorio. Le aziende agricole sono le prime a ricevere pesanti danni dalle esondazioni dei fiumi e dei torrenti. Gli argini dei fiumi spesso non sono più presenti e ciò determina la fuoriuscita delle acque anche per piene con tempo di ritorno assai limitato. Inevitabilmente - sottolinea la Coldiretti - i terreni più soggetti ad essere inondati hanno perso valore. La Coldiretti evidenzia l'insufficienza delle opere di manutenzione di argini, fosse e scoline e di mancanza di prevenzione.
Coldiretti in particolare auspica che possa essere data piena attuazione alla legge di orientamento che introduce la possibilità da parte delle pubbliche amministrazioni di stipulare contratti di collaborazione e convenzione con le aziende agricole per la cura dell'assetto idrogeologico, le sistemazioni idraulico agrarie, le opere di manutenzione e pulizia di fossi e scoline, offrendo nuove opportunità per le imprese agricole ed evitando di intervenire solamente nei momenti di emergenza.