Senza Filtro - Cara Elisabetta,
anche io apprezzo molto il tuo interesse nei confronti della scuola e verso il mio intervento riguardo la "questione Buratti".
Ho letto attentamente il tuo comunicato su Tusciaweb e ho ritenuto necessario intervenire nuovamente per fare delle considerazioni.
Non voglio più entrare in merito alla questione del Buratti in particolare ma vorrei, insieme a te, analizzare il concetto di legalità sperando che, al di là della legittima libertà di interpretazione, si possa riconoscere a questa parola un significato universale per il bene di tutti e per il rispetto delle regole della convivenza civile.
Convengo con te sul fatto che "la legalità non può essere unilaterale" quindi ti pregherei di ripeterlo anche a chi, fuori dei cancelli per manifestare, invitava a non entrare in maniera un po' "troppo calorosa" chi invece aveva deciso in modo diverso.
La ribellione che nasce a causa di provvedimenti, che tu definisci repressivi, troppo spesso, purtroppo è figlia di una strumentalizzazione politica, e questo, credimi cara Elisabetta, fa male.
Fa male, soprattutto, a chi considera la libertà un patrimonio di tutti e che da tutti va difeso senza tentennamenti al fine di evitare che si generi confusione nell'interpretare e nel giudicare i comportamenti.
Ti ricordi, anche se certamente nulla c'è di analogo in questo caso, ciò che successe a Genova durante l'incontro dei G8? Qualcuno ha cercato di far passare per martiri chi tirava molotov contro i carabinieri! Qualcun altro voleva far passare per eroi chi svaligiava i negozi in nome del diritto alla "spesa proletaria".
Quel qualcuno, cara Elisabetta, credimi è adulto, quell'adulto che dovrebbe fornirci l'esempio per primo e invece si sostituisce arbitrariamente allo stato per "imporre con violenza" il suo metodo.
Con stima
Carlo Bigiotti