- “La decisione assunta dal Campidoglio di rifarsi sugli abitanti degli immobili di edilizia residenziale pubblica per il pagamento del conguaglio del diritto di superficie dei terreni sui quali sono stati edificati gli immobili stessi, è una decisione irresponsabile e penalizzante che rischia di avere serie ripercussioni su migliaia di cittadini e di famiglie romane”.
E’ quanto dichiarato dal presidente della commissione Lavori Pubblici e Politiche per la casa, Giovanni Carapella che ieri pomeriggio ha partecipato alla manifestazione in Campidoglio al fianco degli abitanti del Laurentino 38 e Fonte Ostiense, 7mila in totale, primi nella lista degli oltre 51 quartieri di edilizia popolare della città di Roma cui è stata indirizzata la richiesta di pagamento inoltrata dal Comune.
“Oltre a non aver mantenuto la promessa circa l’approvazione di una delibera di sospensione che avrebbe dovuto bloccare la richiesta di pagamento – evidenzia Carapella – Alemanno ha totalmente ignorato l’articolo 12 della legge regionale 11 del 2007, fortemente voluto dal Pd, che prevede la possibilità per le amministrazioni comunali di avviare procedure transattive per il recupero delle somme dovute.
Ma non basta, nella richiesta di pagamento, il Comune di Roma informa gli abitanti che, laddove le somme reclamate non dovessero pervenire entro i termini indicati, l’amministrazione comunale procederà d’ufficio ad un aumento biennale delle stesse. Poiché parliamo di cifre che si aggirano intorno ai 10 mila euro a famiglia e parliamo di famiglie che, visto anche il grave periodo di crisi che stiamo attraversando, per la maggior parte non hanno la disponibilità immediata di tali somme, il provvedimento del Comune, così come impostato, rischia di configurarsi come un atto impopolare e dannoso che ignora la situazione reale dei quartieri.
Oltretutto, gli abitanti del Laurentino 38 rappresentano solo una minima parte di coloro che presto si troveranno a dover far fronte alla richiesta di Alemanno con conseguenze tanto prevedibili quanto disastrose per il tessuto sociale della città di Roma. Serve subito approvare un provvedimento del Comune – conclude Carapella - che sospenda l’efficacia delle lettere inviate alle famiglie e avviare con i Comitati rappresentanti degli abitanti la procedura transattiva volontaria prevista dalla citata legge regionale”.
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