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Alluvione - L'impegno della Provincia
Mazzoli: Situazione gravissima"
Viterbo 17 novembre 2005 - ore 0,50
Senza Filtro - La seconda alluvione in pochi giorni, più forte della prima. Questa mattina il presidente della Provincia Alessandro Mazzoli, lassessore alla Protezione civile e alla Polizia provinciale Mauro Mazzola, e il sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi hanno effettuato una ricognizione aerea su tutto il territorio interessato insieme ai tecnici della Regione Lazio. Le conseguenze più gravi in assoluto sembra si siano verificate proprio a Tarquinia.
Lo spiegamento di forze in queste ore da parte di Palazzo Gentili e non solo - è stato imponente: 35 uomini della polizia provinciale, 10 gruppi di protezione civile tra Provincia e Regione, gruppi elettrogeni e idrovore, 4 pale, 16 camion piccoli e 8 grandi per la rimozione di frane e fango su tutta la rete stradale provinciale, più 147 persone impegnate su questo fronte, spiega lassessore alla Polizia provinciale e alla Protezione civile, Mauro Mazzola.
Grazie agli interventi notturni con 20 ditte e 30 uomini della Provincia, coordinati dalle sale operative della Provincia e della Prefettura, sono state riaperte le strade provinciali Dogana, Roccaccia, Caninese, Martana, Vetrallese, Pescia Romana, Tuscanese e Canepinese: qui addirittura una frana ha distrutto unabitazione. Ad oggi, è ancora chiusa invece la Tarquiniese, dove lesondazione del Fosso Leona e una frana hanno portato via 50 metri di strada. Chiusa anche la ex Aurelia allaltezza del ponte sul Marta: in questo caso occorre far passare la piena per procedere con una verifica strutturale. Chiusa infine la Valle del Tevere, dal bivio di Attigliano verso Castiglione in Teverina, a causa dello straripamento del fosso Vezza.
La situazione è gravissima: ci sono migliaia di abitazioni sottacqua, campi inondati, i danni allagricoltura e alle infrastrutture sono incalcolabili. Già lo scorso anno dice il presidente della Provincia, Alessandro Mazzoli - si era verificata una situazione simile ma questa è peggiore. Per trovarne una analoga, occorre andare indietro di 60 anni. E proprio il fatto che si sia verificata due volte nel giro di un anno ci fa pensare che è indispensabile correre ai ripari quanto prima: la Maremma laziale si configura come area sensibile e a rischio dal punto di vista ambientale e dellassetto idrogeologico. Il disastro ha messo in luce problemi strutturali che dettano una messa in sicurezza del fiume Marta e degli altri corsi dacqua, come il Fiora. Sulla manutenzione ordinaria e gli interventi strutturali gli impegni non sono più prorogabili, su viabilità provinciale e rurale serve un salto di qualità con il contributo di enti locali, Regione, volontari e forze dellordine.
E stata avviata una ricognizione di tutti i danni in ogni Comune conclude lassessore ai Lavori Pubblici, Tolmino Piazzai che non riguardano solo le strade ma anche esercizi commerciali, privati e qualsiasi altra cosa.
Ieri sera il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, si è già potuto rendere conto della situazione in prima persona, essendosi recato sul posto insieme al presidente Mazzoli e allassessore Mazzola. E domattina anche lassessore regionale allagricoltura, Daniela Valentini, sarà nella Tuscia per toccare con mano il disastro ambientale, insieme anche al vice presidente della Provincia Mario Trapè e allassessore allAmbiente Stefano Di Meo. La Valentini ha già chiesto lo stato di calamità e risorse adeguate al ministero dellAmbiente.
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