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Via Marconi - Il corsivo di Bruno
Il "sondaggio" del Pd poco più di una chiacchiera
di Severo Bruno
Viterbo - 27 ottobre 2008 - ore 1,30

Severo Bruno
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- Per ribadire la motivazione così ben espressa da una spiritosa lettrice, proprio non riesco a non dire la mia su via Marconi, dopo la lettura del sondaggio promosso dal Pd cittadino.

Dico subito che attribuisco scarso significato a quei pareri “volanti”, raccolti al di fuori di ogni regola statistica: si è trattato semplicemente di poco più che chiacchiere, scambiate con un pubblico impegnato in una passeggiata in un giorno semifestivo.

E chi poteva rispondere altrimenti, non dico a Viterbo, ma nel mondo?

Sia chiaro, l’iniziativa , volta a far partecipare i cittadini alla discussione in corso, è da elogiare, ma forse andava preparata in modo diverso.

Per la chiusura di via Marconi la storia è lunga, ma sarà sufficiente ricordare come la città fu sorpresa da quell'iniziativa e il traffico fu letteralmente sconvolto, strozzato proprio nell'arteria di scorrimento più importante.

Via Marconi era nata come strada di scorrimento, al servizio del Sacrario, dov'era situato il capolinea del bus, e punto di raccordo e di uscita del traffico proveniente da Porta Romana e San Faustino.

Una misura così drastica, quale la chiusura, poteva essere giustificata soltanto da un disegno urbanistico alternativo all’esistente, se fosse stata decisa, ad esempio, una rivoluzione del traffico nel centro, con divieto generalizzato del traffico privato, l’istituzione di percorsi preferenziali dei bus, parcheggi ecc.

Ma la sua chiusura, decisa con provvedimento estemporaneo dalla passata amministrazione, paralizzò la città inutilmente, senza ulteriori significati e prospettive.

Vi furono pesanti conseguenze sui trasporti pubblici, che videro sconvolti i tempi di percorrenza, le distanze e i consumi.

Tutte le vie di San Faustino per anni sono state invase da bus e vetture, spesso ferme in fila negli orari di punta, con sbocchi intasati e con il conseguente massiccio inquinamento si tutta la zona.

Di sicuro, da sola via Marconi non può essere considerata un'isola pedonale, viste le sue ridotte dimensioni, considerati i suoi terminali, piazza del Sacrario e del Teatro aperte al traffico, viste le sue caratteristiche di scorrimento.

Soprattutto la sua chiusura non incide in nessun modo sul recupero del centro.

Abbiamo sentito e letto in un'intervista video fatta a cittadini del centro, che ormai tutti i viterbesi sono convinti che nuovi parcheggi e scale mobili siano la soluzione più idonea ad assicurare la mobilità delle persone e quindi unica alternativa alla vettura.

Tutti ne sono convinti, tranne gli amministratori.

Lasciamo aperta via Marconi perciò, e battiamoci perché vengano realizzate le opere necessarie il più presto possibile.

Severo Bruno

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