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Bacchettate cattoliche - ll corsivo di Bruno
L'Italia tra "scosse" e "spallate"
di Severo Bruno
Viterbo - 22 giugno 2009 - ore 3,30

Severo Bruno
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- Chi ricorda le famose “spallate” al governo Prodi? Ora è il governo Berlusconi a essere interessato da non meglio precisate “scosse”, evocatrici più di corti circuiti che di attacchi politici pressanti.

Comunque si definiscano questi eventi, tuttavia, resta il fatto che se ne sono sentiti gli effetti sulla situazione politica nazionale.

Se è vero che è troppo presto per comprendere a pieno quanto sta accadendo, comunque si può riassumere la questione con il commento caro a Montanelli, “situazione drammatica, ma non seria”.

Drammatica, perché è il paese tutto che sta scontando i danni all'immagine in campo internazionale: cito soltanto il flop annunciato della candidatura di Mario Mauro alla presidenza del Parlamento europeo, pur trattandosi di uno stimato politico, irreprensibile uomo delle istituzioni rappresentante di Comunione e liberazione, movimento laico di salda ispirazione religiosa.

Situazione quindi drammatica, ma non seria, visto che attualmente si parla del nostro paese soltanto per le cattive frequentazioni del capo del governo con fanciulle “de mauvaise vie” (di facili costumi, ndr); né sono sufficienti a capovolgere l'immagine da operetta buffa che trasmettiamo, gli atteggiamenti burbanzosi e accigliati esibiti in occasione dell'arrivo di Gheddafi, impietosamente commentati dalla stampa internazionale.

E che la situazione politica vada volgendo al peggio, lo conferma un sorprendente intervento dell'organo dei vescovi “Avvenire”, che fa seguito all'altro di qualche settimana fa in cui si suggeriva al premier maggiore sobrietà.

In quest'ultimo intervento sono apparsi toni inconsueti per il giornale del direttore Boffo, toni di critica senza riserve per la incomprensibile linea difensiva scelta da Berlusconi e dei suoi inadeguati consiglieri, e si denunciava un disagio sempre meno sopportabile per i fatti di cui tutti discutono.

Nello stesso articolo si criticava apertamente l'illusione ( “...guai a illudersi...”) che l'efficacia della azione di governo potesse apparire prevalente sui comportamenti privati. Il che equivale ad una sconfessione della cauta real politik seguita fino ad oggi dalla Cei.

Anche il giornale dei vescovi, quindi, si aggiunge alla schiera di coloro che chiedono al premier di chiarire i fatti il più presto possibile e di rispondere alle domande che l'opinione pubblica pone. Sempre che si sia ancora in tempo per chiarire e rispondere.

Il presidente della Camera dei deputati ha, puntualmente, denunciato il pericolo del formarsi di un clima di sfiducia verso la politica e le istituzioni, alimentato anche dalle critiche al Parlamento, mosse da alte cariche istituzionali, le stesse che ignorano il dovere di trasparenza e di attenzione alle esigenze della opinione pubblica.

Non si tratta quindi soltanto di gossip o di argomenti piccanti, ma le vicende del premier e delle sue frequentazioni costituiscono la straordinaria rivelazione della doppia immagine pubblica di un politico, propagandato difensore della famiglia e degli affetti familiari, e al tempo stesso “utilizzatore finale” .

A essere messa in gioco è, quindi, la stessa credibilità del politico implicato in amicizie e frequentazioni non opportune, e se non si è credibili, non sembrerà più vera, ad esempio, l'efficacia della azione di governo, ma frutto anch'essa di propaganda ingannevole e di manipolazione, così come le stesse foto con moglie e nipotini.

Ha ragione Avvenire, sarebbe opportuno e necessario che il premier fornisse il più presto possibile i chiarimenti richiesti, se e in quanto possibili e verosimili.

Ad accrescere lo smarrimento di tanti, ieri, l'Osservatore romano ha rilanciato le parole pronunciate recentemente da Benedetto XVI su Alcide De Gasperi “...esempio di moralità per i politici...”, accompagnate dall'auspicio che le sue qualità siano di stimolo, specie per quanti si ispirano al Vangelo.

Possibile che l'uscita in questi giorni di prese di posizione così significative sia solo frutto di coincidenza e non piuttosto, l'ouverture di un concerto più grande?

Severo Bruno

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