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La politica da ricordare del 2008 - Il corsivo di Bruno
Quante anomalie in questa democrazia
di Severo Bruno
Viterbo - 29 dicembre 2008 - ore 0,15


Severo Bruno
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- L'anno che si conclude è stato estremamente ricco di eventi significativi, stimolanti e, almeno in parte, sorprendenti.

Decisamente troppi per ricordarli tutti e quindi mi limiterò ad esaminare solo alcuni tra quelli che più mi hanno colpito.

La vittoria di Barack Obama nelle elezioni presidenziali americane è senza dubbio l'evento più sorprendente e di più alto significato politico, accolto universalmente come la fine di un'epoca e l'inizio di tempi nuovi, che ha dimostrato a tutti, favorevoli e contrari, che cambiare si può, almeno in America.

In tutto il mondo il suo libro, “L'audacia della speranza“ ha trovato la giusta eco, come un manifesto contro i nuovi razzismi, contro tutte le destre xenofobe e naziste europee e americane.

Con Obama presidente, tutte le minoranze di ogni paese hanno trovato una ragione in più per sperare di giungere ad una effettiva concreta uguaglianza politica.

Anche un altro evento però è esploso negli Stati uniti con u'inimmaginabile violenza, la cui importanza è difficile ancora oggi misurare nella sua gravità, intendo la bolla speculativa dei derivati finanziari, dei mutui facili e del fallimento di un intero sistema bancario.

Ci siamo trovati d'improvviso dinanzi ad uno tsunami finanziario che ha superato l'Atlantico ed il Pacifico, è arrivato in Europa, si è esteso all'Asia, a Giappone e Cina, travolgendo istituzioni già considerate solidissime.

Quel che più ha sorpreso è stata la incapacità di reagire che il mondo degli affari ha mostrato fin dalle prime avvisaglie del crollo e poi la inadeguatezza dei governi americano ed europei.

Oltre la immediata grande preoccupazione, il mondo politico internazionale ha cominciato a reagire soltanto dopo varie settimane e questo forse perché erano stati proprio i grandi finanzieri, spesso consiglieri dei governi, a scommettere al rialzo anche sul fumo della pipa per poter vendere e speculare su quei valori gonfiati ed inesistenti. Di certo, il 2008 sarà ricordato anche come l'anno più vicino a quello tristemente famoso della grande depressione.

A proposito di questa condizione dell'anima, il 2008 è stato anche l'anno del ritorno al governo di Berlusconi, vincitore contro Walter Veltroni nelle elezioni succedute alle dimissioni di Prodi, travolto dalle disavventure giudiziarie di suoi ministri e dalle “ spallate“ della piazza (i cui capi sono ora deputati e senatori in rappresentanza dei tassisti, degli autotrasportatori, ecc...).

Ma il governo della destra, nato per l'ordinaria amministrazione e la cattura del consenso, si è rivelato del tutto inadeguato dinanzi alla “tempesta perfetta” finanziaria, proprio come Bush con Katrina, l'uragano che distrusse mezza Florida.

Malgrado l'eccezionalità della crisi, infatti, Berlusconi finora non ha fatto niente, non ha deciso alcuna seria misura di sostegno all'economia reale, meritandosi per questo un richiamo dalla UE ed un sollecito.

Il nostro ministro del Tesoro, già iperliberista, già sostenitore della finanza creativa, invece di varare misure di contrasto efficaci, ha trovato il tempo per criticare pubblicamente e con modi scomposti, il governatore della Banca d'Italia, colpevole di aver lanciato allarmi restati inascoltati.

Intanto migliaia di disoccupati attendono decisioni ed iniziative, circa cinque milioni di famiglie sono sull'orlo della miseria, con un peggioramento del tenore di vita come non si era visto più dai tempi del dopoguerra.

Il governo per la verità qualche cosa l'ha fatta, ci ha invitato tutti a spendere ed ha criticato i giornali per l'allarmismo, ed ha regalato ai più poveri quaranta denari. Che il popolo esulti, come diceva il piccolo grande Renato Rascel, che voleva fare il corazziere, anche lui.

Un'altra notizia recente mi ha molto colpito. Confermando un indirizzo già stabile negli ultimi anni, nel 2008 uno studio del Censis ha rilevato che in Italia si è fermata la mobilità sociale, con classi sociali sempre più rigide ed impenetrabili, con sempre maggiori difficoltà a migliorare la propria condizione e ad uscire dal gruppo di appartenenza familiare, a dispetto del merito e delle capacità individuali, cioè a dispetto dei criteri che hanno fatto grande questo Paese.

Notizie veramente brutte per i giovani che ben difficilmente, senza la protezione della famiglia di origine o di un qualsiasi padrino, potranno soddisfare il loro desiderio di affermazione e realizzare le loro aspettative di guadagno puntando soltanto sulle capacità acquisite.

E' come prepararsi per un concorso che non arriva mai o preparare ricerche e tesi brillanti che nessuno esaminerà

Voglio ricordare altri due fatti che mi sono sembrati particolarmente significativi del clima politico dell'anno che si sta concludendo.

La elezione di Villari ( “chi era costui?”) a presidente della commissione vigilanza Rai, e la cena segreta di Cisl e Uil con il governo, danno infatti da pensare.

Villari faceva parte del Pd, ma ha accettato i voti della maggioranza contro la volontà del suo partito, insomma è stato l'oppositore o il controllore scelto dal controllato.

E non è che questa evidente anomalia lo abbia scandalizzato più di tanto, semplicemente è sembrato che non la capisse, visto che continuava e continua a rivendicare la sua elezione “democratica “; a meno che quei voti non gli siano stati portati a condizione che non si dimettesse subito dopo l'elezione, e allora tutto sarebbe più chiaro.

In un clima di turbolenze dovute al processo di concentrazione dei partiti ancora in atto, si vanno accentuando queste sfilacciature del sistema, con un numero crescente di politici che non seguono la linea del partito di appartenenza, non ne riconoscono l'autorità, e con le assemblee elettive che si vanno trasformando in paludi dove l'importante è assicurarsi la sopravvivenza politica personale più che rispettare le regole dello schieramento.

L'altra notizia riguarda due delle principali centrali sindacali che hanno accettato una cena segreta con il governo in un momento di tensione sociale e di contrasti con l'altra grande centrale sindacale, all'insaputa di questa esclusa dagli inviti, per giunta alla vigilia di uno sciopero generale già annunciato.

Perché un incontro segreto e perché questo gioco ad escludendum? Quale riservato menu' è stato loro offerto? Ed i disoccupati, i precari, i licenziati ed i lavoratori metalmeccanici, da chi andranno a cena, da quali sirene dovranno farsi incantare?

Questi due episodi mi sono sembrati gravi perché rivelatori di un malfunzionamento della nostra democrazia parlamentare e della sua rappresentatività, più consoni e adatti a regimi di repubbliche della banane che ad una democrazia europea.

Severo Bruno

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